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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia

Mafia, sequestrati beni per 1,6 miliardi: colpito il mandamento di Corleone

Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale su proposta del direttore della Dia. Nel mirino i fratelli Virga, imprenditori originari di Marineo che per gli inquirenti sono vicini a cosa nostra

Un maxi sequestro di beni è stato eseguito dagli uomini della Dia. Sono scattati i sigilli a un patrimonio - tra beni immobili e mobili registrati, rapporti bancari - dal valore complessivo di oltre un miliardo e 600 milioni di euro. Il provvedimento ha colpito i fratelli Carmelo, Vincenzo, Anna, Francesco e Rosa Virga - rispettivamente di 66, 78, 76, 71 e 68 anni - imprenditori originari di Marineo (GUARDA VIDEO).

"Le complesse e articolate indagini economico-patrimoniali - spiegano dalla Dia - hanno permesso di evidenziare come i Virga abbiano beneficiato del determinante appoggio di cosa nostra per l’aggiudicazione di lavori e di appalti pubblici nel settore dell’edilizia. Infatti, gli stessi, appartenenti alla famiglia mafiosa di Marineo, legata al mandamento di Corleone, sono riusciti, nel tempo, a sviluppare e a imporre il loro 'gruppo Imprenditoriale' anche attraverso il cosiddetto 'metodo Siino', consistente nell’organizzazione di cartelli tra imprenditori, per l’aggiudicazione pilotata degli appalti pubblici".

Mafia, maxi sequestro ai Virga: i controlli della Dia

Il sequestro rappresenta, per valore complessivo, uno dei più ingenti mai operati sino a oggi. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo su proposta del direttore della Dia Nunzio Ferla.

In passato, gli stessi fratelli Virga, avevano collaborato con l'associazione antiracket Addiopizzo denunciando diversi tentativi di estorsione ai loro danni e costituendosi parte civile nei processi contro i loro estorsori. In particolare, avevano puntato il dito contro Stefano Polizzi, presunto estorsore sul quale tre anni fa si concentrarono le indagini che portarono successivamente anche allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Misilmeri. Secondo quanto riferirono all'epoca dai Virga, tra maggio e novembre del 2010 Polizzi chiese il pizzo in un cantiere edile nella zona di Marineo, minacciando i titolari.

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