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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mafia Resuttana-San Lorenzo

Duro colpo al clan Lo Piccolo, confermate 12 condanne in Cassazione

In appello i capimafia Salvatore e Sandro Lo Piccolo avevano avuto 30 anni e non hanno fatto ricorso. Annullamento per Salvatore D'Anna e con rinvio alla corte d'Appello per il ricalcolo della pena altre 8 condanne. Il processo nasce dall'inchiesta denominata "Addiopizzo 5"

La Cassazione ha confermato 12 delle 25 condanne emesse in Appello a boss, gregari ed estortori infliggendo un duro colpo al clan palermitano dei Lo Piccolo. Nel dettaglio si tratta di quelle emesse per Salvatore Baucina, che ha avuto 17 anni in continuazione; Anello Cusimano, condannato a sei anni e mezzo; Nicolò Cusimano, che dovrà scontare 10 anni e mezzo come Fabio Daricca; Francesco Paolo Di Piazza (12 anni) e Vito Mario Palazzolo condannato a 16 anni; Nunzio Serio che ha avuto 19 anni e 6 mesi, il pentito Francesco Giuseppe Briguglio (4 mesi in continuazione), Pietro Cinà (18 anni in continuazione), Giovanni Corrao (5 anni e 2 mesi), Lorenzo Di Maggio (13 anni) e Giuseppe Enea (4 anni e 2 mesi). Sono responsabili di una raffica di estorsioni a commercianti ed imprenditori del capoluogo siciliano. In Appello avevano avuto 30 anni ciascuno i capimafia Salvatore e Sandro Lo Piccolo che non hanno fatto ricorso in Cassazione. Il verdetto quindi per loro era già definitivo. Il processo nasce dall'inchiesta denominata "Addiopizzo 5". 

Annullata invece con rinvio la condanna inflitta in appello a Salvatore D'Anna (aveva avuto 12 anni). Annullate, infine, con rinvio alla corte d'Appello per il ricalcolo della pena le condanne per Mario Biondo, Pietro Bruno, Giuseppe Lo Cascio, Giuseppe Di Bella, Michele Acquisto, Gaspare Messina, Filippo Lo Piccolo e Domenico Ciaramitaro. 

Confermati i risarcimenti per le parti civili. Tra questi, anche quello all'imprenditore Vincenzo Rizzacasa, precedentemente accusato di collusioni mafiose, che dopo l'assoluzione definitiva in sede penale si è visto restituire anche i beni che gli erano stati sequestrati. Risarciti anche la Presidenza del Consiglio e il ministero dell'Economia, la Presidenza della Regione siciliana, l'Area di sviluppo industriale, le associazioni Antiracket e antiusura, Fai, la Lega delle cooperative, Solidaria, Libero Futuro e Addiopizzo, il Centro Pio La Torre, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, gli imprenditori che si sono costituiti personalmente contro il racket estortori e i Comuni di Capaci, Cinisi, Terrasini e Isola delle Femmine. 

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