Mafia, prove insufficienti: arrestata e scarcerata dopo due giorni
Al termine dell'interrogatorio Rosalba Crinò, difesa dall'avvocato Giuseppe Minà, è stata rimessa in libertà in attesa del processo. Davanti al giudice avrebbe chiarito la sua posizione: "Non sono la cassiera della mafia"
E’ stata scarcerata Rosalba Crinò, l’unica donna fermata nell’operazione Cupola 2.0 con la quale i carabinieri hanno smantellato il tentativo di ricostituire la commissione provinciale di Cosa nostra. La donna (foto allegata), difesa dall’avvocato Giuseppe Minà, era ritenuta la cassiera della famiglia di Misilmeri. Mentre lei ha lasciato la cella, in galera è finito Giusto Francesco Mangiapane, accusato di estorsione con l’aggravante dell’associazione mafiosa. Era riuscito a sfuggire alla cattura ma è stato rintracciato dopo 3 giorni di latitanza.
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Dopo l’interrogatorio di garanzia il gip ha deciso di non convalidare il fermo per difetto dei gravi indizi di colpevolezza. “Nel corso di un drammatico interrogatorio – dice l’avvocato Minà – la donna ha chiarito la sua posizione. Ha detto di non conoscere gli amici del padre e che i soldi portati nel negozio di alimentari erano debiti contratti dai clienti. Ha negato anche di conoscere alcuni uomini come Sucato che ha visto solo una volta quando ha portato in negozio un’assicurazione fatta dal padre”.