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Storie di carcere: Lo Piccolo "ritrova" Nicchi, il boss che voleva scioglierlo con l'acido

Incroci pericolosi dietro le sbarre: il capomafia di San Lorenzo è stato trasferito nel penitenziario de L'Aquila, in un’area riservata ai boss di mafia al 41 bis. Qua troverà "Tiramisù", "figlioccio" di Antonino Rotolo, acerrimo nemico dei Lo Piccolo

Chiamateli incroci pericolosi. Da una parte Sandro Lo Piccolo, 42 anni, figlio del boss Salvatore e capomafia di San Lorenzo. Dall'altra Gianni Nicchi, 36 anni, detto "Tiramisù", "figlioccio" di Antonino Rotolo, acerrimo nemico dei Lo Piccolo. I due adesso respireranno la stessa aria. Stesso supercarcere. A Preturo (L'Aquila), tra le sbarre di un penitenziario di alto livello, dove è stata creata un’area riservata proprio per i boss di mafia già ristretti al regime duro del 41bis. Proprio Nicchi - figlio di un mafioso condannato all’ergastolo che si è sposato nel carcere aquilano - aveva avuto l’incarico di uccidere i due Lo Piccolo e di scioglierli nell’acido perché favorevoli al rientro dall’America a Palermo della scomoda famiglia degli Inzerillo.

Una volontà omicida che venne fuori nell’ambito di una serie di arresti con intercettazioni telefoniche che indusse lo stesso Sandro a ordinare l’uccisione di Nicchi nel frattempo fuggito a Milano. Adesso le strade di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, come riporta il Messaggero, si sono separate. Uno è rimasto a Milano, l’altro invece è stato trasferito proprio nel carcere aquilano. Il boss è arrivato nel penitenziario di massima sicurezza con tanto di scorta degna di un personaggio di alto spessore criminale, ed è stato rinchiuso in un’area ristretta, riservata ai mafiosi ritenuti più pericolosi.

Lo Piccolo, classificato al 16º posto nell'elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia del Ministero dell'Interno, è stato arrestato il 5 novembre 2007 assieme al padre a Giardinello. Dopo l’arresto di Bernardo Provenzano avrebbe assunto il controllo dell’organizzazione criminale contendendo la leadership a Matteo Messina Denaro. Sandro Lo Piccolo era il vice dell'organizzazione, designato come uno dei possibili eredi del padre stesso nel momento in cui quest'ultimo avesse dovuto abbandonare. Nonostante la giovane età era già al vertice di alcune branche dell'organizzazione, nel settore dello spaccio di stupefacenti e nel campo delle estorsioni; non è casuale infatti che, al momento dell'uscita dalla questura di Palermo, abbia guardato la folla e mandato baci con tono polemico e provocatorio. 

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