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Martedì, 23 Aprile 2024
Mafia

Rosy Bindi visita Riina: "E' lucido e pericoloso, rimane il capo di Cosa nostra"

Il presidente della Commissione antimafia presenta alla Camera i risultati del sopralluogo a Parma sulle condizioni del boss mafioso, dopo l'apertura della Cassazione ad eventuali arresti domiciliari

Riina “è stato e rimane il capo di Cosa Nostra”, “perché capo rimane per le regole mafiose non certo modificabili da quelle statali”. A parlare è il presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi presentando alla Camera i risultati del sopralluogo a Parma sulle condizioni del boss mafioso, dopo l’apertura della Cassazione ad eventuali arresti domiciliari. “Ha continuato a partecipare in videoconferenza alle numerose udienze dimostrando di conservare lucidità psichica e una certa capacità fisica”, ha aggiunto Bindi, “conserva immutata la sua elevata pericolosità concreta e attuale, essendo in grado di intendere e volere, è interessato alle sue vicende processuali, è nelle piene condizioni di manifestare la sua volontà” e non ha “mai esternato segno di ravvedimento”.

Secondo Rosy Bindi, Totò Riina gode di massima assistenza che gli permette di vivere una vita, e dunque, quando verrà, una morte dignitosa, “a meno che non si voglia postulare l’esistenza di un diritto a morire fuori dal carcere non riconosciuto dalle leggi vigenti”. Il presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi è andata in "missione" a Parma dopo l’apertura della Cassazione ad una eventuale modifica della pena di Riina in detenzione domiciliare.

“Si trova in una condizione di cura e assistenza continue identiche, se non superiori in regime di libertà o di arresti domiciliari, gli è ampiamente assicurato il diritto innanzitutto a una vita dignitosa e dunque a morire, quando ciò avverrà, altrettanto dignitosamente, a meno che non si voglia postulare l’esistenza di un diritto a morire fuori dal carcere non ricoosciuto dalle leggi vigenti”, ha detto Bindi.

Le condizioni di salute di Riina sono “imprevedibili data l’età ma stazionarie” e “potrebbero in ipotesi, a giudizio dei medici, consentire il suo rientro in cella. Si è accertato - ha concluso - che, sebbene abbia sempre goduto della massima attenzione medico assitenziale, l’attuale situazione è mutata in meglio rispetto a maggio 2016, ed è ricoverato presso struttura pubblica adeguata”.

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