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Dopo la pausa riprende il processo sulla trattativa Stato-mafia

Nell'aula bunker dell'Ucciardone in programma la prosecuzione del controesame del collaboratore di giustizia Angelo Siino, già sentito nelle ultime sette udienze. Alla sbarra anche il generale Mario Mori e Massimo Ciancimino

Riprenderà questa mattina, dopo la pausa natalizia, nell'aula bunker del carcere Ucciardone, il processo per la trattativa tra Stato e mafia. Tra gli imputati, oltre ai boss mafiosi Totò Riina, Leoluca Bagarella, Antonino Cinà, ci sono anche collaboratori di giustizia, come Giovanni Brusca ma anche ex politici, come l'ex presidente del Senato Nicola Mancino o l'ex senatore Marcello Dell'Utri. Alla sbarra anche il generale Mario Mori e Massimo Ciancimino.

In programma la prosecuzione del controesame del collaboratore di giustizia Angelo Siino, già sentito nelle ultime sette udienze. Nelle scorse settimane Siino, che ha problemi di salute, aveva rivelato, tra le altre cose, che negli anni Ottanta Cosa nostra aveva progettato di uccidere l'ex governatore della Regione siciliana, Rino Nicolosi. "Me lo raccontò Giovanni Brusca - aveva detto in videoconferenza -. Mi disse che Nicolosi stava iniziando a rompere sugli appalti e che gli voleva rompere le corna. Brusca incaricò Nitto Santapaola di fare un 'lavoretto a Nicolosì ma Santapaola si rifiutò, come mi disse successivamente. Io e Rino Nicolosi ci occupavamo entrambi di appalti - ha rivelato ancora Siino - io facevo i lavoretti di secondo ordine, ma eravamo gelosi l'uno dell'altro. Io rispettavo un criterio. Lui assegnava gli appalti per una miscela di interessi all'interno della Regione".

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