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Venerdì, 19 Aprile 2024
Mafia

No all'arresto del capo ultrà Johnny Giordano: indagato per mafia ma resta libero

Il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di applicare la custodia cautelare in carcere, come già aveva fatto a marzo il gip. E' coinvolto nell'inchiesta "Resilienza 2" contro il clan del Borgo. Stessa decisione anche per Giorgio Mangano

Per la Procura sarebbe stato il tramite tra il tifo organizzato e Cosa nostra e per questo Giovanni "Johnny" Giordano, fondatore delle Brigate Rosanero, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Già il gip Filippo Serio a marzo aveva però respinto la richiesta di arresto avanzata dai pm e ora la decisione è stata confermata anche dal tribunale del Riesame. Stessa decisione anche per un altro indagato, Giorgio Mangano.

Il collegio presieduto da Antonia Pappalardo (e composto anche da Monica Sammartino e Rocco Cocilovo) ha accolto le tesi dell'avvocato Giovanni Castronovo, che difende Giordano, e dell'avvocato Antonio Turrisi, che assiste Mangano, ed ha rigettato l'istanza con cui il procuratore aggiunto Salvatore De Luca ed i sostituti Amelia Luise e Luisa Bettiol chiedevano di applicare la custodia cautelare in carcere agli indagati.

Giordano e Mangano sono coinvolti nell'inchiesta "Resilienza 2" che il 25 marzo aveva portato a dodici arresti. L'operazione dei carabinieri aveva come obiettivo il clan di Borgo Vecchio e aveva messo in luce gli interessi dei boss nello smercio di droga, ma anche nell'organizzazione di feste e concerti di piazza con cantanti neomelodici e il loro presunto intervento per risolvere questioni legate agli ultras.

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