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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mafia

"La mafia cerca nuovi assetti a Palermo": l'allerta della Dna

Secondo la Direzione nazionale antimafia, Cosa nostra vive una fase di transizione e sta ridefinendo gli equilibri. Emerge anche una "collaborazione" tra le famiglie palermitane

Cosa nostra vive una fase di transizione, sta cambiando pelle, cercando nuovi assetti e Palermo continua ad avere un ruolo centrale. E' quanto emerge dalla relazione annuale della Direzione nazionale antimafia. "Le indagini su Cosa nostra - si legge - dimostrano il continuo e costante tentativo di ristrutturare e fare risorgere le strutture centrali di governo dell'organizzazione criminale, in particolare la commissione provinciale di Palermo, quale indispensabile organo di direzione dell'intera organizzazione mafiosa".

Secondo la dna "la città di Palermo è e rimane il luogo in cui l'organizzazione criminale esprime al massimo la propria vitalità sia sul piano decisionale (soprattutto) sia sul piano operativo, dando concreta attuazione alle linee strategiche in relazione alle mutevoli esigenze imposte dall'attività di repressione continuamente svolta dall'autorità giudiziaria e dalla polizia giudiziaria".

A tenere in vita Cosa nostra è soprattutto il "rispetto delle regole" sia sotto il profilo delle affiliazioni dei nuovi componenti, che di quelle che regolano la gestione dei territori. "Le indagini - prosegue la Dna - confermano anche la costante fibrillazione dell'organizzazione che oggettivamente versa in una situazione di crisi. Va segnalato che l'assenza, in Cosa Nostra palermitana, di personaggi di particolare carisma criminale in libertà, non ha riproposto la violenta contrapposizione interna tra famiglie e mandamenti del passato. Allo stato deve piuttosto registrarsi una cooperazione di tipo orizzontale tra le famiglie mafiose della città di Palermo, volta a garantire la continuità della vita dell'organizzazione e i suoi affari. Tra questi in particolare devono segnalarsi un rinnovato interesse per il traffico di stupefacenti e per la gestione dei 'giochi', sia di natura legale che illegale".

Per la Dna "Dalla cattura di Provenzano in poi, Cosa Nostra, superata la fase caratterizzata dalla cosiddetta strategia della 'sommersione' vive, e continua ancora oggi a vivere, una fase di transizione, non soltanto sotto il profilo della scelta di una nuova leadership ma anche sotto il profilo della ricerca di nuovi schemi organizzativi e di nuove strategie operative".

Importante nella lotta alle mafie è l'acquisizione da parte della collettività "della consapevolezza della capacità dello Stato di contrastare con successo la criminalità organizzata costituisce certamente, sul piano generale, un dato estremamente significativo. Ciò infatti - prosegue la Dna - determina condizioni favorevoli affinché il consenso, l'acquiescenza o quanto meno la sudditanza di cui l'organizzazione ha goduto in passato, e che già ha perso in parte degli ambienti sociali, in particolare del capoluogo, vengano definitivamente a mancare".

Una delle priorità resta la cattura di Matteo Messina Denaro, capo indiscusso delle famiglie mafiose del Trapanese ma  che  estende la propria influenza ben al di là dei territori indicati. La Dna ritiene che, "nella situazione di difficoltà di Cosa Nostra, il venir meno anche di questo punto di riferimento, potrebbe costituire, anche in termini simbolici, così importanti in questi luoghi, un danno enorme per l'organizzazione. La cattura della totalità dei grandi latitanti di mafia palermitani - si legge nella relazione - ha certo costituito un segnale fortissimo della capacità dello Stato di opporsi a Cosa nostra demolendo il luogo comune della impunibilità di alcuni mafiosi e la conseguente loro autorevolezza e prestigio criminale; in ciò risiede la speciale importanza, a Palermo e in tutta la Sicilia occidentale, di tale attività investigativa"


 

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