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Provenzano, confermato il 41 bis: "Il regime duro tutela la sua salute"

Il boss, 83 anni, sta molto male e se lasciasse il carcere morirebbe. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, nella sentenza appena depositata che riconosce che le condizioni di salute del detenuto sono "gravi"

Il boss di Cosa nostra, Bernardo Provenzano, resta al 41 bis. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, puntualizzando che le condizioni di salute del detenuto sono "gravi" ma se Provenzano lasciasse il ricovero in regime di carcere duro, all'ospedale San Paolo di Milano in camera di sicurezza, per andare in un reparto ospedaliero comune, sarebbe a "rischio sopravvivenza", per le cure meno dedicate.

La Cassazione ha confermato il 41 bis nella sentenza 38813, che è stata depositata oggi.  Le patologie di cui soffre l'ex primula rossa - condannata a più ergastoli - sono "plurime e gravi di tipo invalidante", rileva la Cassazione, accennando al grave decadimento cognitivo e motorio, ai postumi di varie operazioni, a diversi altri mali. A fronte di questa situazione, la difesa di Provenzano ha fatto ricorso alla Suprema Corte contro il ricovero in regime duro - convalidato dal Tribunale di sorveglianza di Milano - chiedendo che il boss venga spostato ai domiciliari in un reparto di lungodegenza dello stesso San Paolo, dove c'è un settore per curare i detenuti ordinari.

Di conseguenza l'applicazione del 41bis per Provenzano non è più dettata dalla sua pericolosità, né dal rischio che possa mandare 'messaggi' all'esterno. Ma sembrerebbe soltanto una modalità necessaria per curare nel migliore dei modi l'ultimo padrino, ritenuto dalla Cassazione, completamente inerte e incosciente.

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