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Venerdì, 19 Aprile 2024
Mafia Bagheria

Mafia, la sentenza arriva in ritardo: 14 boss a rischio scarcerazione

Al centro della contesa, tutta giuridica, ci sono presunti affiliati ai clan di Bagheria, Ficarazzi e Altavilla arrestati nel 2014 con l'operazione "Reset" e già condannati in primo grado

Una sentenza depositata "in ritardo" e per 14 boss mafiosi, condannati in primo grado, diventa concreta l'ipotesi della scarcerazione. La vicenda può sembrare surreale, ma è quanto sta realmente accadendo. Al centro della contesa, tutta giuridica, ci sono presunti affiliati ai clan di Bagheria, Ficarazzi e Altavilla arrestati nel 2014 con l'operazione "Reset".

Le condanne in primo grado risalgono al 2015. Il giudice per l'udienza preliminare, Sergio Ziino, deposita però le motivazioni della sentenza dopo oltre un anno. Un ritardo dovuto "alla complessità dell'istruttoria dibattimentale". Visti i tempi, Ziino sospende la decorrenza della custodia cautelare per evitare la scarcerazione. Il tribunale del Riesame adesso boccia il "congelamento" dei termini di custodia cautelare. I giudici ritengono "abnorme" il provvedimento. 

Con l'operazione "Reset" i militari avevano documentato l'esistenza di un "direttorio", una sorta di organo decisionale provinciale, e di un vertice strategico, definito "testa dell'acqua", a cui obbediva anche il reggente operativo del mandamento.

Difficilmente, anche se la Procura annuncia che ricorrerà in Cassazione contro la decisione dei colleghi del tribunale della Libertà, la liberazione dei detenuti potrà essere evitata. La prima udienza di appello, durante la quale il termine di custodia potrebbe essere sospeso legittimamente, non potrà tenersi prima di marzo. Tra l'avviso di fissazione del processo e la trattazione infatti gli avvocati devono avere 20 giorni e gli avvisi sono stati fatti notificati dal 5 febbraio. Ma 14 dei 25 imputati, tranne soluzioni diverse, dovrebbero lasciare la cella tra pochi giorni.  

Mafia a Bagheria, i volti degli arrestati

Ecco l'elenco dei condannati che potrebbero tornare in libertà: Salvatore Buglisi (3 anni e sei mesi), Giovanni Di Salvo (7 anni e 2 mesi), Carlo Guttadauro (5 anni e 4 mesi), Giovanni La Rosa (6 anni), Vincenzo Maccarrone (4 anni e 8 mesi), Fabio Messicati Vitale (3 anni e 6 mesi), Bartolomeo Militello (3 anni e 6 mesi), Carmelo Nasta (3 anni ma già libero), Francesco Pretesti (6 anni e 10 mesi), Francesco Raspanti (6 anni), Paolo Salvatore Ribaudo (10 anni), Giovan Battista Rizzo (8 anni), Giovanni Salvatore Romano (6 anni e 4 mesi), Francesco Speciale (8 anni e 9 mesi), Francesco Terranova (6 anni e 8 mesi).

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