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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Mafia e pizzo al Borgo, 13 condanne e 6 assoluzioni: "festa" in aula dopo la sentenza

Pene lievi e assoluzioni nel processo che vedeva alla sbarra 19 persone arrestate un anno fa dai carabinieri e imputate per associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia. L'indagine era nata dalle accuse di Giuseppe Tantillo

Mafia, condanne (lievi) e “festeggiamenti” in tribunale. E’ stata emessa ieri dal gup Filippo Lo Presti la sentenza del processo che vedeva alla sbarra 19 persone, di cui tredici condannate e sei assolte, per i reati di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e rapina. Al termine della lettura del dispositivo nell’aula della Corte di assise i familiari hanno accolto con urla di gioia e abbracci il risultato. Assolti Massimiliano Tabbita, Francesca Verducci, Marco Verducci, Domenico Canfarotta (assolto e subito liberato), Marcello D'Amico e Nunzio La Torre.

La mappa del pizzo, chi paga e chi si ribella

Queste le pene inflitte dal giudice: Fabio Bonanno 6 anni e 4 mesi, Cristian Cinà 4 anni e 6 mesi, Domenico Consiglio 3 anni e 4 mesi, Salvatore D'Amico 4 anni e 6 mesi, Elio Ganci 2 anni e 2 mesi (in continuazione con una precedente condanna), Giuseppe La Malfa 4 anni e 8 mesi, Gianluca Lo Coco 4 anni e 8 mesi, Luigi Miceli 5 anni e 2 mesi, Francesco Russo 2 anni e 8 mesi, Salvatore Russo 2 anni e 8 mesi, Antonino Siragusa 3 anni e 8 mesi, Domenico Tantillo 5 anni e 8 mesi, Antonio Tarallo 5 anni e 2 mesi.

Mafia e pizzo al Borgo, 17 arresti

Il processo celebrato con rito abbreviato è il seguito dell’operazione dei carabinieri che un anno fa hanno arrestato 17 persone. L’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Amelia Luise e dall’aggiunto Salvatore De Luca, aveva chiesto per gli imputati pene per complessivi 170 anni. Fondamentale il contributo dei commercianti della zona di Borgo Vecchio che denunciarono le richieste di pizzo, alcuni anche dopo anni. In molte occasione i soldi venivano consegnati a Giuseppe Tantillo, poi diventato collaboratore di giustizia. Fu proprio lui, con le sue dichiarazioni, a far emergere numerosi dettagli rimasti fino ad allora segreti.

pizzino estorsioni borgo vecchio-2

L’inchiesta aveva fatto luce sulle richieste estorsive che coinvolgevano a tappeto buona parte della zona. Negozi vari, bar, fiorai, ottiche e tabaccherie dovevano pagare 500 euro a Pasqua e altrettanti a Natale. E alcuni di loro, prima di piegarsi, hanno subito incendi e danneggiamenti serviti a fare capire loro che non si scherzava. Convocati in caserma i commercianti sono riusciti a vincere le loro paura e confermare le circostanze riscontrate durante le indagini. Pagare per non avere problemi.

L'estorsione ripresa dalle telecamere | VIDEO

Le pene sono state ridotte a tutti gli imputati. "L’associazione mafiosa è crollata per molti. Al nostro assistito Salvatore D'Amico - spiega a PalermoToday l'avvocato Pierfrancesco Cascio, che ha difeso l'imputato insieme al collega Alberto Raffadale - gli è stata contestata la singola estorsione. Caduti i capi d'accusa relativi all'associazione mafiosa e una sparatoria avvenuta al Borgo. Da una richiesta di 14 anni si è passati a una condanna a 4 anni e 6 mesi".

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