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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia

Mafia, definitive le condanne per i boss di Pagliarelli: 20 anni a Nicchi

La Cassazione ha confermato 18 condanne della sentenza d'appello del dicembre 2014: a scontare la pena più pesante il "delfino" del capo storico del mandamento Nino Rotolo. Annullamento con rinvio (per rideterminare la pena) per altri 5 imputati

Diventano definitive 18 condanne emesse con il rito abbreviato per altrettanti boss e gregari del mandamento di Pagliarelli, arrestati nell'ambito dell'operazione “Hybris” del luglio 2011. La Cassazione ha infatti confermato la sentenza d'appello emessa il 19 dicembre del 2014 e ha deciso di annullare con rinvio – ma solo per rideterminare la pena – le condanne di altri 5 imputati.

A scontare la pena più pesante sarà il boss Gianni Nicchi, “delfino” del capo storico del mandamento Nino Rotolo: 20 anni. Definitive anche le condanne per Giovanni Adamo (10 anni e  4 mesi), Vincenzo Annatelli (6 anni e 8 mesi), Giuseppe Bellino (9 anni e 4 mesi), Salvatore D'Ambrogio (5 anni e 4 mesi), Vincenzo Di Gaetano (10 anni), Luigi Giardina, cognato di Nicchi, (6 anni), Maurizio Lareddola (14 anni), Alessandro Longo (4 anni e 8 mesi), Salvatore Mirino (6  anni e 8 mesi), Mariano Morfino (6 anni e 8 mesi), Davide Pagliaro (1 anno), il commerciante  Francesco Russo (2 anni), Alessandro Sansone (6 anni), Giampiero Scozzari (10 anni), Paolo  Suleman (8 anni), Giovanni Tarantino (6 anni e 8 mesi) e Giuseppe Zizo (6 anni e 8 mesi).

Giardina e Sansone erano a piede libero, il secondo si è consegnato. Annullate con rinvio le condanne inflitte a Giovanni Castello (11 anni e 4 mesi), Gioacchino Martorana, difeso dall'avvocato Filippo De Luca (9 anni), Marcello Viviano, difeso da Nino Caleca e Valerio Vianello (10 anni), Michele Armanno (16 anni) e Filippo Burgio (9 anni).

L'OPERAZIONE "HYBRIS" -  Nel luglio 2011 i carabinieri misero in ginocchio la mafia di una grossa fetta della città di Palermo. L'operazione "Hybris" del Reparto operativo e del Nucleo investigativo del comando provinciale ricostruì la rete del pizzo e la catena di connivenze che aveva protetto la latitanza di Gianni Nicchi. Mentre gli davano la caccia, il giovane boss alla guida della mandamento di Pagliarelli trascorreva le vacanze a San Vito Lo Capo e ad Amantea, in Calabria, in compagnia della fidanzata e del figlio.
 

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