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La lotta alla mafia e le accuse infamanti, 35 anni fa l'omicidio del poliziotto Natale Mondo

Il 14 gennaio 1988 l'assistente capo venne eliminato davanti al negozio di giocattoli della moglie, all'Arenella. Aveva lavorato con Ninni Cassarà e scampò all'agguato in cui venne ucciso nel 1985. Successivamente venne persino arrestato per l'omicidio di Salvatore Marino, poi anche indagato per mafia e droga e scagionato

Una vita travagliata ed una fine terribile, ad appena 35 anni, crivellato di colpi davanti al negozio di giocattoli della moglie, all'Arenella. Natale Mondo, assistente capo della polizia, venne assassinato così da Cosa nostra esattamente 35 anni fa, il 14 gennaio del 1988, due giorni dopo l'omicidio dell'ex sindaco Giuseppe Insalaco, e dopo essere scampato all'agguato in cui vennero assassinati Ninni Cassarà e l'agente Roberto Antiochia, il 6 agosto del 1985.

Stamattina Mondo è stato ricordato con una cerimonia nell'atrio della Squadra mobile, dove il questore Leopoldo Laricchia ha deposto una corona. Alla cerimonia era presente anche una delegazione del Coisp.

cerimonia omicidio natale mondo

Natale Mondo, che era palermitano, dopo una serie di esperienze in Italia, era tornato nella sua città, dove lavorò proprio alla Squadra mobile con Cassarà, conducendo indagini sulle cosche mafiose. Dopo l'omicidio di Cassarà, venne però arrestato in relazione all'uccisione di Salvatore Marino, seviziato durante un interrogatorio in questura perché sospettato di aver partecipato all'omicidio del commissario Beppe Montana.

Venne pure indagato per associazione mafiosa e traffico di droga. Accuse infamanti dalle quali Mondo venne del tutto scagionato, anche grazie alla testimonianza dei suoi colleghi che dimostrarono come si fosse inflitrato nel clan dell'Arenella, il suo quartiere, proprio su ordine di Cassarà e per condurre delle indagini.

Il 14 gennaio di 35 anni fa Mondo fu eliminato da Cosa nostra. Per il delitto - di cui non sono mai stati individuati movente e mandanti - sono stati condannati all'ergastolo Salvino Madonia e Agostino Marino Mannoia. Al poliziotto venne poi conferita la Medaglia d'oro al valor civile.

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