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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia Resuttana-San Lorenzo

L'ombra di "faccia da mostro" sull'omicidio di Claudio Domino, i genitori: "Ora diteci la verità"

La morte del bambino ucciso a 11 anni il 7 ottobre del 1986 con un colpo di pistola è rimasta fino ad oggi un mistero. La protesta della madre: "Abbiamo appreso dalla televisione di dichiarazioni importanti che ricollegherebbero il delitto al poliziotto Giovanni Aiello, la Procura adesso ci risponda"

Dopo quasi 35 anni senza verità e senza giustizia non sono più disposti ad aspettare, i genitori del piccolo Claudio Domino, che ad appena 11 anni venne ucciso con un colpo di pistola alla testa il 7 ottobre del 1986 mentre giocava con altri bambini in una via di San Lorenzo che oggi porta il suo nome. E non hanno più intenzione di attendere dopo aver appreso mercoledì scorso, mentre guardavano la televisione, che nel delitto potrebbe essere implicato Giovanni Aiello, alias "faccia da mostro".

"Per poco non ci veniva un infarto - racconta la madre del bambino, Graziella Accetta - non sapevamo minimamente che nel programma di Andrea Purgatori sarebbe venuto fuori anche il caso di Claudio. Nessuno ci ha mai informato delle dichiarazioni di cui si è parlato durante la puntata di mercoledì sera". Ed è per questo che la donna la mattina successiva è andata dritta al palazzo di giustizia, chiedendo di essere ricevuta dal procuratore generale, Roberto Scarpinato.

Sono passate diverse ore prima che la segreteria del magistrato, in quel momento impegnato, le comunicasse di riaggiornarsi a "tra un paio di giorni". Nell'attesa Graziella Accetta ha deciso di piazzarsi fuori dal palazzo e di esporre un cartello con la scritta: "Mamma e papà di Claudio Domino, 11 anni, due genitori dopo 34 anni lo devono sapere da una trasmissione televisiva (Atlantide, La7) che il loro bambino è stato assassinato da un poliziotto deviato dello Stato, Giovanni Aiello (faccia da mostro) colluso con la mafia? Grazie procuratore Gianfranco Donadio, grazie Lirio Abbate, grazie Andrea Purgatori".

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Nel programma si è affermato che Luigi Ilardo, boss di Caltanissetta che poi decise di collaborare con la giustizia e che venne ucciso  nel 1996, avrebbe confidato all'allora colonnello dei carabinieri Michele Riccio sia il presunto ruolo borderline di "faccia da mostro" che gli omicidi che questi avrebbe commesso. Tra cui anche quello del piccolo Claudio.

Non è la prima volta che l'ombra di "faccia da mostro" aleggia sul delitto, ma alcuni pentiti che ne hanno parlato sono stati poi ritenuti inaffidabili in particolare dalla Procura di Caltanissetta. "Ma qui esistono degli atti giudiziari - afferma Graziella Accetta - di cui noi come genitori non siamo mai stati informati, tanto da apprendere di questi risvolti da una trasmissione televisiva".

Non è detto che questa sia la strada giusta da un punto di vista investigativo e i genitori del ragazzino, dopo tutto questo tempo, non si fanno illusioni: "Ma almeno si apre un varco, c'è una possibilità per approfondire una pista, per consentirci forse di conoscere la verità", rimarca ancora la madre di Claudio.

Ed è davvero un omicidio tra i più misteriosi quello del ragazzino, intanto perché sfatò per sempre la leggenda secondo cui la mafia non uccide donne e bambini, quella vulgata per cui esisterebbe "una mafia buona", che in realtà non è mai esistita (sono ben 108 i bambini uccisi dalle mafie in poco più di un secolo). I genitori di Claudio avevano vinto l'appalto per la pulizia dell'aula bunker dell'Ucciardone, dove in quegli anni si celebrava il Maxiprocesso a Cosa nostra.

L'omicidio del piccolo irruppe clamorosamente durante il dibattimento, in un momento in cui sarebbe stata decisa invece dai boss una sorta di pax. Giovanni Bontate, fratello del "principe di Villagrazia", Stefano, tenne a prendere la parola e soprattutto le distanze dall'uccisione del bambino: "Non siamo stati noi", disse al presidente Alfonso Giordano. E ammise senza volerlo per la prima volta l'esistenza di un'organizzazione criminale che fino ad allora era stata sempre negata.

Si ipotizzò anche che il ragazzino potesse essere stato lo scomodo testimone di qualche affare legato alla droga. Le indagini comunque furono rapidamente archiviate e mai più riaperte. A chi giovò quel delitto? C'entra davvero "faccia da mostro"? Alcuni testimoni parlarono dell'assassino come di una persona giunta su una moto con un casco integrale dal quale però si sarebbero intravisti capelli lunghi e biondi. Come quelli di Aiello.

Durante la puntata di "Atlantide" a parlare del caso di Claudio Domino c'era anche il procuratore capo di Lagonegro, Gianfranco Donadio che ha sottolineato come sul delitto "non si è voluto veramente andare fino in fondo". Perché? E' ciò che adesso vogliono sapere i genitori di Claudio.
 

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