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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia

Dopo il carcere Miccoli torna ad allenare: già da ieri è in campo nella sua scuola calcio di Lecce

L'ex capitano del Palermo, condannato a tre anni e mezzo per estorsione aggravata dal metodo mafioso, ha ottenuto l'affidamento in prova dopo aver trascorso quasi 6 mesi in cella. Ha ripreso subito a lavorare nella struttura che porta il suo nome che lo ha sempre sostenuto a distanza: "Quelli come noi non mollano mai"

Già da ieri (domenica 15 maggio) è tornato alla sua vita normale, cioè ad allenare nella sua scuola calcio di Lecce: per l'ex capitano del Palermo Fabrizio Miccoli le sbarre della cella in cui era recluso nel carcere di Rovigo dal 23 novembre scorso sono ormai solo un ricordo. L'associazione sportiva dilettantistica che porta il suo nome per i quasi sei mesi in cui è stato recluso non gli ha mai fatto mancare il suo sostegno a distanza, anche con dei post su Facebook: "Sempre al tuo fianco, grande capitano... La gente come noi non molla mai!".

L'avvocato Antonio Savoia, che difende il calciatore condannato in via definitiva a tre anni e mezzo per estorsione aggravata dal metodo mafioso, spiega che venerdì era stato proprio Miccoli a chiamarlo per dargli la notizie della decisione del tribunale di Sorveglianza di Venezia, con cui i giudici gli hanno concesso l'affidamento in prova proprio alla scuola calcio di Lecce. Ed era ovviamente felice perché - come aveva spiegato prima di costituirsi - "sto pagando per qualcosa che non ho fatto".

Non si conoscono ancora le motivazioni dell'ordinanza, ma certo è che il reato per il quale è stato condannato il bomber salentino non sono previste misure alternative alla detenzione per scontare la pena. Invece Miccoli è tornato libero e dovrà solo ritornare a casa prima di mezzanotte, non frequentare pregiudicati e restare in Puglia. O, meglio, per spostarsi dalla sua Regione dovrà presentare un'istanza al magistrato di Sorveglianza che potrà autorizzarlo o meno.

Come è stato stabilito anche dalla Cassazione, Miccoli aveva commissionato un'estorsione a Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa Antonino "u scintilluni", per recuperare 12 mila euro dall'ex titolare della discoteca "Paparazzi" di Isola delle Femmine, Andrea Graffagnini, tra il 2010 ed il 2011. Lauricella è stato condannato a 7 anni in via definitiva e si trova in carcere.

Sin dal primo grado (la Procura aveva chiesto per ben due volte l'archiviazione dell'inchiesta a carico di Miccoli) i giudici avevano stigmatizzato alcune frasi intercettate, in cui il calciatore salentino parlava del giudice Giovanni Falcone come di "un fango". Frasi per le quali Miccoli si era pubblicamente scusato a più riprese e che comunque non avevano alcun rilievo penale. Da venerdì l'ex capitano rosanero è tornato libero e ha ripreso la sua vita normale e la sua attività nella sua scuola calcio.

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