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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mafia

La cassa e gli investimenti di Messina Denaro: "I soldi sono pochi, serve un fondo più grosso"

Dai pizzini ritrovati nelle case della sorella del boss, Rosalia, emerge un giro vorticoso di contante. Ci sono movimenti anche di 80 mila euro, spese legali, stipendi mensili e ordini sulla gestione del denaro, persino un disegno per spiegare come evitare l'intercettazione dei bigliettini. Nomi, cifre e acronimi in parte ancora da decifrare

Un giro vorticoso di denaro contante e un "fondo riservato" dal quale attingere per sostenere tutta una serie di spese mensili fisse, ma anche per fare operazioni economiche piuttosto consistenti, a volte anche di 80 mila euro alla volta. Dai pizzini trovati nelle due case di Rosalia "Rosetta" Messina Denaro, arrestata stamattina per associazione mafiosa, emergono cifre, nomi, acronimi sui quali si sta ancora indagando, che danno però un'idea precisa del tenore di vita dell'ex superlatitante e delle "ingenti risorse" (illecite) che aveva a disposizione. Anche se questo non gli avrebbe impedito di dover affrontare anche momenti di difficoltà: "I soldi che avevo non mi bastavano e quindi ho avuto bisogno di questi 40 (mila, ndr) dai W. Quindi ne W. ne sono rimasti 85 mila, e questo è un problema, sono pochi, devo avere un deposito W più grosso, se no vado a sbattere, cioè non sono coperto per come voglio io", scriveva infatti Matteo Messina Denaro in una delle lettere alla sorella maggiore.

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"Rosetta, donna ispirata da una ortodossa e granitica cultura mafiosa"

Per il procuratore Maurizio De Lucia, l'aggiunto Paolo Guido ed i sostituti Gianluca De Leo e Pierangelo Padova era "Fragolone", alias Rosalia Messina Denaro, a gestire la cassa e "a preoccuparsi di anno in anno di rendicontare entrate e uscite correnti". Ma non solo: "Rosetta", come emerge dall'ordinanza di custodia cautelare del gip Alfredo Montalto, negli anni ha svolto "il ruolo più affidabile: quello di referente di tutti gli affari di famiglia del latitante (o più in generale della sua sfera affettiva) e quella di fedele detentrice del denaro contante, somme di provenienza illecita che ella incassava periodicamente, parte delle quali faceva pervenire a Messina Denaro per consentirgli a sua volta di sottrarsi all'esecuzione della pena e di continuare a svolgere le funzioni apicali in Cosa nostra". Per i pm è una "donna di origini e tradizioni tutte ispirate da una ortodossa e granitica cultura mafiosa, a cominiciare dal matrimonio con Filippo Guttadauro, appartenente all'importante e blasonata famiglia di Cosa nostra composta da Giuseppe (potentissimo capo del mandamento di Brancaccio) e Carlo (componente di spicco della famiglia mafiosa di Bagheria)". E per questo per lei "i rapporti parentali e la partecipazione a Cosa nostra talvolta si sovrappongono, altre si confondono, altre ancora, assai pericolosamente si sommano". 

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"Cassiera e tessitrice dei conflitti tra parenti"

Rosalia Messina Denaro ha avuto una molteplicità di compiti come "paziente tessitrice dei conflitti tra parenti, riservata veicolatrice delle decisioni del latitante su questioni famigliari, nonché di vera e propria cassiera, incaricata dal fratello di ricevere ingenti somme di denaro, di custodirle, rendicontarle e all'occorrenza distribuirle. E, infine ma non per ultimo, di canale di smistamento dei pizzini tra il latitante e altri mafiosi". In questo l'indagata ha continuato ciò che già avevano fatto due dei cinque fratelli del boss, cioè Salvatore e Patrizia, oltre che i cognati Filippo Guttadauro (marito di Rosetta), Vincenzo Panicola (marito di Patrizia), Rosario Allegra (marito di Giovanna, deceduto al 41 bis il 13 giugno 2019) e Gaspare Como (marito di Bice) tutti arrestati e al 41 bis.

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Il "fondo riservato"

I pizzini ritrovati nella casa di via Alberto Mario a Castelvetrano, nascosti nella gamba di una sedia del salone, dove solitamente "Rosetta" stirava (altri bigliettini sono stati trovati anche nelle gambe proprio dell'asse da stiro), contengono tanti riferimenti ai soldi. In uno di essi si parlava di una grossa somma di 64.100 euro e di spese già affrontate per 12.400 euro, con l'ordine "per il prossimo devi spendere di nuovo 12.400 euro". Secondo gli inquirenti questa sarebbe la prova dell'esistenza di un "fondo riservato", anche perché nello stesso pizzino si dice esplicitamente "è la cassa".

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"Mi fai sempre lo spekkietto così so quanto è la cassa"

In un altro documento, risalente forse al periodo 2014-2015, l'ex superlatitante scriveva: "Mi fai sempre lo spekkietto finale, così io so quanto è la cassa", dunque - afferma la Procura - è lei, "Fragolone", la "centrale di spese decise o direttamente dal latitante o dalla donna in suo nome e per conto suo". Nei bigliettini si legge anche "finale cassa gennaio 2010", con cifre "mensili" ed altre (4.500 e 2.500 euro) per le spese legali di "Patrizia", che è la sorella detenuta, ma anche di "7 mila euro della cassa" presi invece direttamente da Rosalia. E ancora "uscite" e poi "gennaio 2013", con la voce "mensile" di mille euro, con date precise, versati sempre a "Pat", cioè Patrizia. Si parla di "90.000 euro" e della spesa di 4.500 per "avv" (avvocato, ndr) e dell'entrata di 2.500 euro, con un totale di 88 mila euro. Negli appunti tra 2011 e 2012 c'è una spesa fissa, una sorta di stipendio, per "F.", di 1.500 euro al mese. Il 2 maggio 2012 la dicitura "F. 1.500 ultimo".

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I personaggi misteriosi: "W", "Condor", "Malato", "Cilie" e "Reparto"

In altri due foglietti ci sono uscite per 12.400 euro mensili e entrate per 2.500 e 4.500 entrambe consegnate da un tale "malato". Alcune operazioni arrivano anche a 80 mila euro e i documenti sono pieni di sigle, acronimi, nomi di fantasia sui quali gli investigatori stanno lavorando. Come ad esempio quello che riporta anche una serie di accortezze per non farsi scoprire: "Amico mio ti abbraccio. 1) Già sai devi dare a Condor i 2 che non ha voluto Cilie 2) Ora ti dico che a Condor devi dare pure altri 5 (5 mila euro, ndr). Quindi W. restano 125 (cioè 125 mila euro, ndr) 3) Ti allego un disegno (nella foto qui sotto, ndr) di un portachiavi (chiavi di un'abitazione clandestina, ndr), dallo pure a Condor 4) Il colore azzurro è a caso, può essere di qualsiasi colore. Se Reparto lo vede... andrà via (parole cancellate a penna) senza dire nulla (uno straccio oppure più stracci) (cioè predisporre un adeguato segnale per fargli capire di allontanarsi senza fare nulla in caso di pericolo, ndr)". Per i pm "W", "Condor" e "Reparto" dovrebbero avere il ruolo di tramite. 

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"Metti a stendere uno straccio..."

La spiegazione del disegno si ricava da un documento del 9 maggio 2022: "Nel caso di Condor c'è qualcosa che non va, devi mettere questo segnale che ti allego al disegno 1. Metti a stendere uno straccio o più stracci, il colore non importa, io lì ho dipinto il blu, ma può essere di qualsiasi colore. Messo in quel posto Reparto se ne accorge da lontano e non si avvicinerà e andrà via". Inoltre si legge che "l'ultima settimana di ottobre 2022 i miei familiari ti daranno lettere per me. Tu devi mandare il tutto il venerdì 4 novembre 2022 alle 11". A conferma del ricorso a date fisse per la consegna e la ricezione dei messaggi per evitare di correre troppi rischi.

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"I soldi sono pochi e questo è un problema..."

Nella lettera a "Fragolone" del 14 maggio 2022 Messina Denaro scrive però di alcune difficoltà economiche e spiega anche alla sorella come rimediare: "40 mila dai W di ciò che ti ho parlato nella lettera che dovevi leggere subito. Quindi sai già cosa ho comprato con questi 40 mila, purtroppo non ne ho potuto fare a meno, le cose si sono talmente ingarbugliate che non ho avuto scelta. I soldi che avevo non mi bastavano e quindi ho avuto bisogno di questi 40 dai W. Quindi ne W. ne sono rimasti 85 mila, e questo è un problema, sono pochi, devo avere un deposito W più grosso, se no vado a sbattere, cioè non sono coperto per come voglio io".

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"Chiedi un prestito a Parmigiano, da mandare in piccole dosi"

Poi Messina Denaro dà indicazioni su come recuperare i 40 mila euro, rivolgendosi a un tale "parmigiano": "Ti devi incontrare col parmigiano, solo una volta però e gli chiedi il prestito a lui, digli che stia tranquillo che nessuno lo vuole impaccare e che avrà restituito il tutto o appena torna il complicato oppure appena torna il grezzo vende un suo bene che è già messo in vendita" e "gli dai 3 mesi di tempo" per "mandare questi 40 mila in piccole dosi (...) deve fare dosi da 5 mila la darà a te ma in dosi ancora più piccolo, cioè 2.500 euro". Infine "parmigiano digli che non può dire di no perché c'è una situazione di bisogno, digli che 40 mila non cambiano la vita delle persone".

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