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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mafia

"Le microspie da te ci sono da sempre", la talpa che spiegava a Messina Denaro come toglierle

Uno dei pizzini trovati in casa della sorella del boss, Rosalia, è dedicato alle cimici e al modo di sbarazzarsene. Informazioni molto tecniche che, per la Procura, sarebbero state fornite da appartenenti alle forze dell'ordine o comunque da esperti. "Chiama un elettricista, ma è meglio se le levi tu... Non prendere la corrente, ti prego"

"Le microspie da te ci sono da sempre", così scriveva il 9 novembre del 2021 Matteo Messina Denaro alla sorella "Rosetta", arrestata ieri dai carabinieri per associazione mafiosa. Ma nella stessa lettera, trovata assieme ad altre nelle due abitazioni della donna, a Castelvetrano e a Campobello di Mazara, le spiegava anche - con l'uso di termini estremamente tecnici - come individuare eventuali cimici e telecamere e come sbarazzarsene. Ed è proprio il ricorso ad un linguaggio così settoriale e le competenze specifiche che denota che "fa senza dubbio ipotizzare - scrive la Procura - il potenziale coinvolgimento di appartenenti alle forze dell'ordine o di specialisti forniti di uno specifico know how nel settore, unici in possesso di tali preziose informazioni". Insomma, l'ipotesi è che il mafioso abbia potuto contare su una talpa.

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Il retroscena emerge dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Alfredo Montalto a carico di Rosalia Messina Denaro, su richiesta del procuratore Maurizio De Lucia, dell'aggiunto Paolo Guido e dei sostituti Gianluca De Leo e Pierangelo Padova. Proprio il pizzino sulle microspie peraltro è uno di quelli che, secondo gli inquirenti, fornirebbe la prova che "Fragolone" sia proprio il nome in codice dell'indagata: nell'ultimo covo del boss, in vicolo San Vito a Campobello, è stato trovato l'originale mentre a casa della sorella è stata rinvenuta la copia che lei stessa aveva trascritto a mano.

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Come emerge dalla missiva, Messina Denaro avrebbe acquisito delle informazioni molto precise sulle microspie piazzate dalle forze dell'ordine "attraverso canali tutti da investigare" e si era quindi preoccupato di girarle alla sorella. Dal tenore di diversi altri messaggi si comprende che il mafioso sapeva perfettamente che sia lui che la sua famiglia fossero costantemente controllati: "Le microspie da te ci sono da sempre", scriveva l'ex superlatitante, che aggiungeva: "Posso pensare che da poco hanno montato da te cose più sofisticate ed hanno bisogno di queste cassette di rilancio proprio vicine alla casa perché in generale mettono a circa 100 metri da dove montano le loro cose. Se invece sono telecamere devono avere per forza un buco, rotondo o rettangolare, ultimamente montano queste con il buco rettangolare, pensano che hanno più visuale". Il termine "cassette di rilancio" ma anche le conoscenze che il boss manifesta nel pizzino sono proprio gli elementi che fanno pensare ai pm che sia stato ben informato da qualcuno "del mestiere".

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Messina Denaro spiegava poi a "Fragolone" come sbarazzarsi delle microspie: "Chiami un elettricista e gli dici chiaramente che ti hanno montato queste cose", rimarcando che doveva dire "che le vuoi tolte, se ha problemi fa che usi carta intestata dove attesti che sei tu che le hai volute tolte perché hai problemi di luce a casa". E poi: "Se le smonta che metti due mazzate alle cassette, cioè che le rompi e le metti per terra sotto la tettoia, così le vedono rotte se le vengono a prendere. Tu a casa tua puoi fare tutto è un tuo diritto. Se invece te la puoi sbrigare tu senza l'elettricista è meglio, ma non prendere la corrente ti prego...".

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