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Campobello dice no alla mafia, il fratello dell'agente ucciso in via D'Amelio: "Il boss viveva a pochi passi da me"

Molta partecipazione alla manifestazione organizza in vicolo San Vito, ultimo covo del mafioso. Salvatore Catalano, fratello di Agostino: "Oggi è un giorno di riscatto, diciamo basta: vogliamo essere liberi"

"La rinascita di Campobello e di tutta la provincia di Trapani comincia da qui. Ho aspettato 30 anni dalle lenzuola bianche di Palermo. Oggi qui facciamo quello che hanno fatto a Palermo, partiamo adesso e non ci fermiamo più. Il sangue dei nostri morti è qui, lo è mio fratello e da qui dobbiamo ripartire". Così ha detto Salvatore Catalano, fratello di Agostino, l'agente di scorta morto nella strage di via D'Amelio il 19 luglio 1992, durante la manifestazione contro la mafia "La Sicilia è nostra e non di Cosa nostra" organizzata ieri a Campobello di Mazara, davanti al covo di Matteo Messina Denaro in vicolo San Vito. Agostino ha scoperto peraltro di vivere a pochi passi dall'abitazione utilizzata dall'ex superlatitante. Alla manifestazione, organizzata dai Comuni di Campobello e Castelvetrano, hanno preso parte tanti cittadini, associazione, sindacati ma anche sindaci, il vescovo di Mazara del Vallo, Angelo Giurdanella e il vescovo emerito Domenico Mogavero.

"Avere scoperto che si nascondeva qui - ha spiegato all'Adnkronos Salvatore Catalano - mi ha provocato tanta rabbia, è stata una mazzata ma oggi davanti a tutta questa gente in piazza provo solo gioia. Meglio tardi che mai... Abbiamo preso l'ultimo stragista, abbiamo tagliato questo ramo secco e speriamo non ne crescano altri. Diciamo basta, vogliamo essere liberi".

manifestazione campobello di mazara

"Questa sera insieme diciamo no a una presenza che schiaccia e che ha reso schiavo questo territorio. Questa è la sera in cui le forze buone si mettono insieme e quanto più il bene avanza tanto più il male arretra. Lavoriamo insieme per sconfiggere le forze delle tenebre, che non danno alcun futuro. Qui si può scrivere una pagina nuova per questo territorio", ha affermato invece il vescovo Angelo Giurdanella. "Facciamo insieme scelte significative - ha aggiunto - e da qui può partire un messaggio forte per tutta la Sicilia e l'Italia intera: è vero che lo Stato ha vinto, è vero che questa sera si realizzano le parole di Paolo Borsellino e tutti coloro che in questi anni hanno lottato e perso la vita. Sono certo che anche chi è ancora titubante vendendo questa partecipazione troverà il coraggio di collaborare".

Il sindaco di Campobello, Giuseppe Castiglione, ha affermato: "Qui stasera c'è la gente perbene, che è la stragrande maggioranza a Campobello come nel resto della Sicilia, c'è la città che si ribella alla mafia e che è al fianco delle forze dell'ordine e dello Stato. Respingiamo al mittente l'immagine di una comunità collusa e omertosa, i cittadini possono avere paura, ma questa paura deve essere sconfitta dalla presenza dello Stato".

Enzo Alfano, sindaco di Castelvetrano, ha invece dichiarato: "Smettiamo di parlare di famiglia del mafioso, di mafiosi: sono assassini e stragisti. Il 16 gennaio è stata una giornata straordinaria e vogliamo ringraziare le forze dell'ordine. Oggi siamo qui per dire basta, ma per dare la spallata definitiva alla mafia c'è bisogno che la presenza dello Stato si concretizzi ancora di più. Questo è un territorio che dopo 30 anni si lecca le ferite. Ci venga dato un giusto ristoro per questa presenza che ha impedito all'imprenditoria sana di crescere: questo territorio diventi zona franca, non solo da mafia ma anche dai tributi per portare qui imprenditori veri. Così si azzera la mafia, che nessuno vuole". E ha aggiunto: "Qualcuno vuole togliere tra qualche mese il reddito di cittadinanza poi ci sarà c'è la disperazione. Invece, dobbiamo dare alla gente la possibilità di scegliere la dignità del lavoro e di stare lontano dalla mafia. Vogliamo che qui ci sia una prospettiva e siamo qui a dire basta prevaricazione e mancanza di rispetto dei diritti umani".

manifestazione antimafia campobello di mazara-2

Presente anche il sindaco di Petrosino, Giacomo Anastasi: "La mafia non è solo una questione di polizia, non la si combatte semplicemente nei tribunali. Per affrancarci da questo terribile cancro, dobbiamo vincere la mafia culturalmente. I tanti giovani, le tante donne e uomini, le associazioni, i sindacati, le istituzioni presenti ieri sera a Campobello di Mazara hanno riempito quei simbolici cento passi che hanno rappresentato la contiguità e la collusione con quella incultura di sopraffazione", ha detto.

La manifestazione si è conclusa con il lancio simbolico di lanterne per rappresentare "la rinascita di un territorio e di un'intera Isola". Una delle lanterne è stata accesa davanti all'ultimo covo del mafioso dal sindaco di Campobello: "Per la rinascita di questo territorio, in memoria delle vittime e in nome della società civile che vuole vivere nel rispetto della legalità. Viva lo Stato e le forze dell'ordine", ha detto, accolto da un lungo applauso. "Questa è la rivincita della nostra comunità, è un giorno di ripartenza", ha aggiunto Castiglione che ha ribadito la proposta di intitolare una strada in ogni città del Trapanese al 16 gennaio, giorno della cattura del capomafia di Castelvetrano, perché "questa data resti a futura memoria". 

Nei giorni scorsi, un consigliere comunale di Campobello, Carla Prinzivalli, ha lanciato sui social l'iniziativa #iocredoneicolori per invitare i campobellesi e i castervetranesi ad appendere degli striscioni antimafia ai loro balconi: "Spero che questa iniziativa sia condivisa dai miei concittadini e da chi ha voglia di supportarci e crede nel buono che c'è in questa terra nonostante le brutture".

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