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Gli incontri al supermercato e i pizzini di una donna gelosa a Messina Denaro: spuntano altri nomi in codice

I contatti con Laura Bonafede, figlia del capomafia ormai defunto Leonardo, e l'ex superlatitante. Nei messaggi emergono riferimenti ad altri fiancheggiatori come "Blu", "Bagnino" e "Squallido", ma anche la gelosia della donna nei confronti di "Diletta", alias Lorena Lanceri che è stata arrestata stamattina col marito

C'era "Diletta", ma c'era pure il "cugino" che, a dispetto delle apparenze, sarebbe stato un'altra donna che - come emerge da una serie di pizzini - sarebbe stata molto legata ed affezionata al boss Matteo Messina Denaro. Per gli inquirenti "cugino" o "amico" sarebbe in realtà un'insegnante, Laura Bonafede, ovvero una delle figlie del defunto capomafia di Campobello di Mazara, Leonardo, nonché cugina sia dei due Andrea Bonafede che di Emanuele Bonafede, arrestato stamattina assieme alla moglie Lorena Ninfa Lanceri, nome in codice "Diletta". I carabinieri sono riusciti a ricostruire anche un incontro tra la donna e l'ex superlatitante, davanti al bancone dei salumi e dei formaggi di un supermercato (e proprio grazie al riferimento "affetta formaggi" contenuto in un pizzino). Dalla corrispondenza tra i due emergono - oltre alla gelosia di Laura Bonafede nei confronti di "Diletta" e i suoi sentimenti per il mafioso - anche tutta una serie di soprannomi riferibili ad altri fiancheggiatori di Messina Denaro: "Squallido", "Blu", "Romena" "Depry" e "Bagnino".

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"Mi avrai trovato invecchiato e stanco..."

Nell'ultimo covo del capomafia è stata trovata una lettera scritta a mano, aggiornata tra il 22 novembre e il 13 gennaio scorsi, in cui una persona, parlando di sé al maschile, si definiva "amico" o "cugino". Il 14 gennaio, Messina Denaro aveva iniziato a rispondere, facendo riferimento a un incontro e alla presenza di un terzo incomodo, "affetta formaggi", appunto. "Ci siamo visti da vicino - scrive l'ex superlatitante - ed anche parlato. Mi avrai trovato invecchiato e stanco (...) A me ha fatto piacere vederti e parlarti, cercavo di tenere la situazione sotto controllo ma non ho visto niente di pericoloso, se no smettevo di parlarti. A parte le due signore madre e figlia suppongo, poi tutto nella regola. Certo c'è da vedere cosa ha pensato l'affetta formaggi, perché a te ti conosce e sa che tipo sei, a me mi conosce di vista come cliente ma non sa nulla. Ora che mi ha visto parlare con te sarà incuriosito di sapere chi sono".

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L'incontro al supermercato e l'identità di "cugino"

I carabinieri, coordinati dal procuratore Maurizio De Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Pierangelo Padova, sono andati a controllare i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti all'interno della Coop di Campobello del 14 gennaio e, proprio davanti al banco dei salumi e dove si "affettano formaggi", hanno trovato l'immagine del boss e quella di Laura Bonafede, deducendo quindi che fosse lei "cugino" o "amico". Dagli scambi tra i due - secondo l'accusa recapitati anche attraverso Lorena Lanceri - si deduce poi che "Margot", che potrebbe sembrare una persona, sarebbe invece la macchina di Messina Denaro, la Giulietta nera comprata attraverso il suo alter ego, il geometra Andrea Bonafede.

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La gelosia nei pizzini: "Mi ha dato fastidio pensare che eravate soli..."

Laura Bonafede, il 29 dicembre scorso alle 21.30 scriveva all'allora latitante: "Ho visto Margot alle 18.56 dal Tramite (altro soprannome di "Diletta", alias Lorena Lanceri, ndr), stranamente non mi sono arrabbiato, non sono andato su tutte le furie come di solito mi succede. Mi ha dato parecchio fastidio, questo non lo posso negare. Mi ha dato fastidio non sapere cosa stessi facendo in quel momento, non sapere se eravate soli, se ti saresti fermato ancora a lungo se... se... se... potrei dire mille se... secondo me so pure perché non mi sono 'arrabbiatissimo': dopo quello che ho letto quando vidi Margot di mattina, ho pensato che non l'avrei vista più in quella zona per evitare di farmi avere delle reazioni, perché non l'avevo più vista, e questa cosa mi faceva incavolare ancora di più. Ma oggi ho pensato: almeno non si nasconde da Blu. Contorto come pensiero? No, solo preferisco sapere e non essere preso in giro".

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"Ho rispettato l'appuntamento, ma niente..."

In un'altra lettera della donna, datata 2 gennaio si legge: "Caro Amico mio oggi ho rispettato nuovamente l'appuntamento di sabato ma niente, non ho visto nessuno e allora ho pensato che potevi essere andato a parlare allo Squallido. / insomma possono essere tanti motivi ma quello della romena e dello Squallido sono gli unici che mi balenano nella mente./ - In televisione c'è: Il Re Leone, mi sarebbe piaciuto vederlo con Depry e ridere insieme alla frase: io rido in faccia al pericolo e il pericolo è il mio mestiere. Mi manca tutto, anche guardare un film assieme. - Quando ho incontrato il Tramite a caso mi sono un po' 'seccato', ho pensato che mi sarebbe dispiaciuto cambiare: però lo sapevo che non era da te 'smontare' una mia abitudine senza un perché, poi l'orario (parola cancellata a penna) di arrivo era un orario impossibile per Blu, a parte il sabato. (Parole cancellate a penna) quindi l'avevo capito che era una prova e che sicuramente (parola cancellata a penna) è andato con un passaggio del fratello. No, non ce l'avevo con te. Tu lo sai il motivo di quando e perché ce l'ho con te. Domani andrò nuovamente all'appuntamento, spero che questa volta non vada buca. Buona notte Amico mio. Ti voglio bene".

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"Per un attimo sono stato felice"

Dal documento emergono sia altri nomi in codice come "Squallido", "romena" e "Blu", ma anche che la donna avrebbe avuto degli appuntamenti prestabiliti con Messina Denaro che, tuttavia, non li avrebbe rispettati, provocando amarezza in Laura Bonafede, che ricordava momenti di intimità passati con lui. L'appuntamento sarebbe invece andato a buon fine il giorno successivo, cioè il 6 gennaio. Scrive ancora la donna: "Caro Amico mio stamattina, veramente erano le 13.00 sono stato felice, almeno per un attimo posso dire di esserlo stato perché è una parola che non fa più parte del mio vocabolario. Passando da li ho visto Margot e questo mi ha fatto tanto piacere perché in questi 6 giorni non sapevo più cosa pensare. Ho voluto pensare anche che non sei stato all'appuntamento per motivi logistici tuoi, tipo incontrare il Bagnino. Ho provato un po' di sana gelosia, puoi capire anche perché. Io non posso partecipare a niente e gli altri sì ma va bene lo stesso, almeno so che ti muovi, che puoi uscire con Margot e che continui con le tue abitudini. So che mi racconterai quello che è successo ma dovrò aspettare".

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"Perché tutti sì ed io no? Vuol dire che era scritto così..."

Il giorno dopo, il 7 gennaio, la donna avvertiva: "Domani passo nuovamente dal tramite perché devo prendere dei funghi, a questo punto spero di vedere Margot" e l'8 aggiungeva tra l'altro in un'altra lettera: "Carissimo amico mio mi accingo a chiudere questa mia, è una lunga lettera con arrabbiature, tristezza e tanta nostalgia. Non vedo l'ora di leggerti. Oggi sono passato ed ho visto Margot ed ho provato quella sana invidia (parola cancellata a penna) del perché tutti sì ed io no, vuol dire che era scritto così (...) Non voglio rileggere la lettera perché quello che scrivo è quello che sento in quel momento e poi rileggendo magari perdono la forza, il valore (...) Adesso termino dicendo che sei sempre nei miei pensieri. Ti voglio tanto bene Amico mio. Con tutto l'affetto che conosco".
 

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