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Mafia, una catena di pizzini incastra i fedelissimi di Messina Denaro

Il boss latitante Matteo Messina Denaro per comunicare si affida ai "pizzini", niente soluzioni tecnologiche, ma bigliettini di carta recapitati da "fedelissimi" e da insospettabili con cadenza trimestrale. I retroscena dell'operazione "Ermes", che stamani ha fatto scattare le manette per undici persone

Il boss mafioso Matteo Messina Denaro per comunicare si affida ai "pizzini", niente internet o altre soluzioni tecnologiche, ma bigliettini di carta recapitati da "fedelissimi" con cadenza trimestrale. Per comunicare con la primula rossa la rete di fiancheggiatori organizzava tutto nel dettaglio, scegliendo come basi operative dei casolari in aperta campagna. Sono alcuni dei retroscena dell'operazione "Ermes" condotta da Ros e Sco, che stamani ha fatto scattare le manette per undici persone. Sono state inoltre eseguite 18 perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di altri soggetti indagati a piede libero nell’ambito del medesimo procedimento penale e sono in corso verifiche di natura finanziaria presso alcuni istituti di credito svizzeri.

I nomi degli arrestati

Le indagini

Svolte dagli investigatori del Servizio Centrale Operativo e delle squadre mobili di Palermo e Trapani, le indagini rappresentano l’evoluzione degli esiti raggiunti con le operazioni “Golem I e II” ed “Eden I e II”. Gli inquirenti hanno focalizzato l'attenzione su quei soggetti che, per caratura criminale e ruolo assodato all’interno delle consorterie mafiose della provincia di Trapani, erano "candidati" a succedere agli arrestati del tempo nella struttura di favoreggiamento del latitante. Tra questi Vito Gondola, ritenuto "anziano e autorevole capo-mandamento della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo", e Michele Gucciardi "ai vertici della famiglia mafiosa di Salemi", Pietro Giambalvo e Giovanni Domenico Scimonelli.

Le indagini sono state coordinate dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Teresa Principato e dai pm Paolo Guido e Carlo Mazzella. "Matteo Messina Denaro si sposta dalla Sicilia e anche dall'Italia", ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato. "Il boss - ha detto - è una sorta di parassita che non tiene conto dei legami familiari, ma usufruisce dei soldi che la sua famiglia e il clan possono fargli avere. Nonostante il territorio sia più che sorvegliato e da anni si susseguono operazioni, ancora non siamo riusciti a prenderlo. Significa che gode di protezioni ad alto livello".

Gli incontri

Dalle indagini è emerso che Gondola aveva "il gravoso compito di gestire i tempi ed i modi di consegna e distribuzione della corrispondenza del boss. Lo stesso capomafia mazarese aveva dovuto individuare dei 'tramiti' (così denominava i soggetti di fiducia lo stesso latitante in scritti in precedenza sequestrati) di provata affidabilità, per poter interloquire in maniera riservata con gli altri capimafia". Ecco allora la scelta di incensurati e insospettabiili, come Terranova (un allevatore di Salemi, nonché gestore di un caseificio), Loretta (autotrasportatore mazarese, fratello di Carlo Loretta, già tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “Peronospera II”), Di Leonardo (geometra in pensione di Partanna).

"Le indagini  - ha detto Lo Voi - escludono che sia in corso una sorta di camorrizzazione di Cosa Nostra. La mafia resta una organizzazione unitaria. Queste considerazioni non escludono che ogni mandamento e ogni provincia possano anche curare i propri interessi, ma le decisioni sono prese collettivamente".

Scadenze fisse

La trasmissione della riservata corrispondenza, da quanto emerso, avveniva con cadenza trimestrale e con modalità dettate dallo stesso latitante, che aveva deciso di evitare più frequenti contatti con i suoi accoliti. "Lo scambio dei messaggi - spiegano gli inquirenti - avveniva in aperta campagna nell’occasione dei menzionati incontri tra gli indagati che, pure in quelle occasioni, usavano la massima accortezza nel linguaggio, per riferirsi al latitante o alle dinamiche criminali sottese alle direttive da questi impartite mediante gli stessi riservati messaggi".

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