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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mafia

Le mani della mafia sul mercato ortofrutticolo: sequestrata azienda

La società, dal valore di un milione di euro, è riconducibile a Pietro La Fata, commerciante palermitano di 81 anni. Cosa nostra imponeva i prezzi e delle forniture, eliminando, di fatto, qualsiasi forma di concorrenza

Le mani di Cosa nostra sul mercato ortofrutticolo. La Dia di Palermo ha sequestrato un'azienda del valore di un milione di euro ritenuta il collettore di interessi mafiosi nella gestione delle attività del mercato, riconducibile a Pietro La Fata, commerciante palermitano di 81 anni. (GUARDA IL VIDEO)

Già nel febbraio di quest'anno, il Centro Operativo di Palermo, a conclusione di una complessa attività di indagine eseguita all'interno del mercato ortofrutticolo palermitano, aveva sequestrato beni mobili, immobili, 13 aziende, nonché rapporti bancari e finanziari a carico di cinque persone, tra cui lo stesso La Fata, per un valore stimato in oltre 265 milioni di euro.

I cinque, tutti palermitani, ritenuti contigui alla famiglia mafiosa dei Galatolo, e profondi conoscitori del funzionamento del mercato, monopolizzavano le attività stanziate al suo interno anche attraverso l'utilizzo di servizi come facchinaggio, parcheggio, trasporto e vendita di cassette di legno e materiale da imballaggio.

Cosa nostra imponeva i prezzi e delle forniture, eliminando, di fatto, qualsiasi forma di concorrenza e garantendo all'organizzazione ingenti guadagni attraverso attività, solo apparentemente lecite. La figura di Pietro La Fata era già emersa dalle dichiarazioni di un mafioso che lo indicava quale "uomo d'onore", affiliato alla famiglia dell'Acquasanta, che assicurava "discrezione alle riunioni", fatte all'interno del mercato stesso, fra esponenti di spicco di varie famiglie.

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