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Sabato, 20 Aprile 2024
La stima

Gli affari di Messina Denaro, Libera: "Oltre ai 4 milioni di euro tra sequestri e confische manca il patrimonio occulto"

La rivista dell'associazione antimafia: "Un capitale conosciuto che rappresenta solo una minima parte di quello nascosto in libri contabili e investimenti in giro per Italia e all'estero grazie alla complessa e articolata catena di figure che in questi anni gli hanno consentito di gestire investimenti e operazioni di riciclaggio"

"Un tesoro pari ad oltre 4 miliardi di euro in una provincia, quella di Trapani, dove la media dei redditi pro capite è tra le più basse d’Italia. Parliamo di aziende, conti correnti, beni mobili e immobili sequestrati e confiscati in seguito alle attività investigative grazie a prestanomi, gregari, imprenditori, persone a vario titolo riconducibili a Matteo Messina Denaro". Così Libera e Lavialibera, rivista dell'associazione antimafia, hanno provato a fare i conti in tasca al superboss arrestato ieri.

"Matteo Messina Denaro - commenta Elena Ciccarello, direttrice de Lavialibera - ha sempre potuto contare su una fitta rete di protezione in Sicilia e nel Nord Italia, fatta non solo di gregari, ma anche di gente che conta. La sua latitanza è stata sostenuta da una rete di imprenditori di ogni settore, come se Messina Denato fosse a capo di una holding, una società che detiene quote di altre società. E' l’uomo della vecchia e della nuova mafia, quella che ha abbandonato la parentesi della lotta aperta allo Stato per ritornare a cercare relazioni e collaborazioni con il potere politico ed economico-finanziario".

Secondo Lavialibera "nel portafoglio della 'società' di Messina Denaro il settore più 'redditizio' sono gli impianti eolici, circa 1,5 miliardi sequestrati a Vito Nicastri, altri 1,5 miliardi per i villaggi vacanze di Carmelo Patti e i 700 milioni confiscati nel 2013 nella grande distribuzione gestita da Giuseppe Grigoli, oltre 43 punti vendita in provincia di Trapani e Agrigento e i 500 milioni a Rosario Cascio, ritenuto il 'cassiere' di Matteo Messina Denaro contabilizzati nel settore dell'edilizia e costruzione".

"Il re di Denaro - commenta Libera - è una delle figure emblematiche di quello che rappresenta oggi il modello dalla mafia imprenditrice. Gli oltre 4 miliardi di euro sono solo una parte del suo ingente capitale economico cresciuto, anno dopo anno, grazie alla sua rete di fiancheggiatori fidati e soprattutto alla rete di protezione di gente che conta nel mondo della politica e della massoneria. Un capitale conosciuto che rappresenta solo una minima parte di quello 'occulto' nascosto in libri contabili e investimenti in giro per Italia e all'estero grazie alla complessa e articolata catena di figure che in questi anni gli hanno consentito di gestire investimenti e operazioni di riciclaggio, individuando sempre nuovi settori economici nei quali muoversi".

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