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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia

La mappa della mafia a Palermo e i suoi affari: scommesse, pizzo e droga sull'asse Colombia-Usa-Italia

Ecco quello che emerge spulciando la relazione "palermitana" della Dia inviata al Parlamento. Il riferimento è al secondo semestre del 2021

"L’attività di analisi sulle dinamiche di Cosa nostra palermitana conferma come la mafia del capoluogo risulti un’organizzazione tendenzialmente unitaria impegnata in un continuo sforzo teso a riorganizzarsi e orientata verso la ricerca di una maggiore interazione tra i vari clan in considerazione dell’assenza di una struttura di raccordo di comando al vertice". Comincia così la relazione "palermitana" della Dia inviata al Parlamento in merito al secondo semestre del 2021.

Questa difficoltà di ricostituire una leadership determina inevitabilmente per Cosa nostra una situazione di incertezza. "In questa ottica e considerata la costante inoperatività della commissione provinciale di Palermo la direzione e l’elaborazione delle linee d’azione - si legge nella relazione - risultano esercitate perlopiù da anziani uomini d’onore detenuti o da poco tornati in libertà. Risulta infatti che "dalle indagini condotte è emerso come gli uomini d’onore abbiano rafforzato la “funzione sociale” al fine di mantenere il controllo del territorio di riferimento ed allargare la base del consenso".

La mafia palermitana continua a operare in tutti gli ambiti criminali di interesse: dal traffico di stupefacenti all’imposizione del “pizzo”, nonché dagli investimenti in attività economiche delle ricchezze illecitamente accumulate ai fini di riciclaggio alle infiltrazioni nelle pubbliche amministrazioni per condizionarne l’attività nell’assegnazione dei pubblici appalti. Questa attività consentono ai clan di disporre di cospicui ingenti capitali e nel contempo avere una incisiva ingerenza sul territorio

Riguardo all’"architettura" della mafia nel capoluogo si evidenzia che negli ultimi anni a Palermo la “competenza territoriale” dei mandamenti e delle famiglie è risultata meno rigida rispetto al passato variando in base a equilibri di potere e ai conseguenti accordi “inter-mandamentali”. Molto spesso si assiste quindi a un “prestito di manovalanza” tra i vari mandamenti palermitani.

I cardini sui quali si impernia l’azione mafiosa sono sempre gli stessi. Dall’imposizione del pizzo che permane “necessaria”
soprattutto per il sostentamento delle famiglie dei detenuti, al traffico di stupefacenti spesso condiviso con altre organizzazioni criminali sia locali che di etnia straniera. Non trascurabile poi l’interesse mafioso verso la gestione del gioco illegale, un settore che negli ultimi decenni ha avuto un notevole sviluppo grazie all’ampliamento dell’offerta di gioco da parte dello Stato a partire dalla fine degli anni ’90 del secolo scorso. In questo “giro d’affari” inevitabilmente, si creano “nuove opportunità” per
la criminalità organizzata sempre pronta ad infiltrarsi nella filiera del gioco lecito. In particolare l’attività investigativa ha confermato "l’esistenza di una forte compenetrazione tra l’attività di Cosa nostra e la gestione e distribuzione sul territorio
delle sale gioco e scommesse dentro alle quali, quotidianamente, si muove una mole di denaro, spesso sottratta a qualunque forma di controllo legale e fiscale, di non facile quantificazione, che va a rimpinguare significativamente le “casse” della associazione mafiosa fino a diventarne la più cospicua fonte di reddito degli ultimi anni.

Inoltre è emersa una pianificazione strategica di traffici di droga in sinergia con narcotrafficanti calabresi e contestualmente sull’asse Colombia-Usa-Italia. Non va infatti sottovalutato il forte legame di Cosa nostra con la criminalità nordamericana. Attività d’indagine hanno documentato una storica e sempre attuale centralità dei rapporti con la mafia di New York. Questi aspetti sono venuti alla luce anche grazie agli esiti dell’operazione dei carabinieri “Crystal Tower” che ha portato all’arresto di alcuni esponenti della famiglia di Torretta (mandamento di Passo di Rigano-Boccadifalco). In particolare "sono emersi antichi e solidi collegamenti tra i membri della famiglia di Torretta ed i membri della famiglia Inzerillo che (almeno fino all’avvento dei corleonesi capeggiati da Riina) aveva comandato il mandamento di Passo di Rigano, fra l’altro, gestendo, lungo l’asse Palermo-New York,
ingenti traffici di stupefacenti". Dagli atti inoltre emergerebbero intromissioni esercitate dalla famiglia mafiosa di Torretta nel settore dell’edilizia e malumori sorti all’interno del clan circa la “spartizione” di alcuni lavori pubblici. 
 

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