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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia Brancaccio

Mafia, pizzo e droga a Brancaccio: 20 condanne in appello, pene ridotte per 6 imputati

Il processo è nato dal blitz "Maredolce" del luglio 2017. A capo del clan, secondo la Procura, Pietro Tagliavia, figlio dell'ergastolano Francesco, condannato per le stragi di via D'Amelio e di Firenze. I giudici per lui hanno confermato 14 anni di carcere. Tra gli imputati anche Giuseppe Lo Porto, fratello del operatore umanitario ucciso nel 2015

Ben 23 i commercianti che sarebbero stati costretti a pagare il pizzo a boss e gregari del clan di Brancaccio, che avrebbero fatto affari anche con la droga, sotto la guida - secondo la Procura - di Pietro Tagliavia, figlio dell'ergastolano Francesco, tra gli autori delle stragi di via D'Amelio e di Firenze. Dopo le condanne inflitte con l'abbreviato in primo grado dal gup Fabio Pilato, a febbraio del 2020, addesso la quarta sezione della Corte d'Appello, presieduta da Vittorio Anania, ha deciso di concedere solo piccoli sconti a sei dei venti imputati, tutti coinvolti nel blitz "Maredolce" del 19 luglio 2017.

Nello specifico, ad Antonino Marino (difeso dall'avvocato Antonio Turrisi) la pena è stata ridotta da 10 anni a 7 anni 11 mesi e 10 giorni, a Roberto Mangano da 6 a 5 anni, a Pietro D'Amico da 5 anni a 3 anni e 4 mesi, a Giuseppe Frangiamore da 2 anni e 8 mesi a un anno 9 mesi e 10 giorni, a Giovanni Pilo da 6 anni a 5 anni e 4 mesi, mentre a Giacomo Teresi, che aveva avuto 12 anni, è stata riconosciuta la continuazione con una precedente condanna e gli sono stati inflitti 18 anni.

Per gli altri imputati, invece, le condanne di primo grado sono state confermate: proprio Tagliavia dovrà scontare 14 anni, Francesco Paolo Clemente 12 anni, Giuseppe Ficarra 10 anni, Giuseppe Lo Porto (fratello di Giovanni, l'operatore umanitario rapito da Al Qaeda nel 2012, in Pakistan, e ucciso tre anni dopo nel corso di un'operazione antiterrorismo) 8 anni, Santo Carlo Di Giuseppe 12 anni, Giovanni Vinci 10 anni, Giovanni Mangano 8 anni, Giuseppe Michelangelo Di Fatta 12 anni, Massimo Altieri 2 anni e 8 mesi, Gaetano Lo Coco 2 anni e 8 mesi, Maurizio Puleo 4 anni, Stefano Tomaselli 3 anni 4 mesi, Francesco Paolo Mandalà e Rosalia Orlando entrambi 2 anni 8 mesi.

Altri due imputati, Salvatore Graziano e Elio Petrone, condannati rispettivamente a 2 anni 8 mesi e 2 anni, non hanno impugnato la sentenza, che per loro è quindi già diventata definitiva.

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