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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mafia Bagheria

Mafia ed estorsioni: maxi blitz all'alba, 16 arresti a Bagheria

Maxi operazione all'alba: in azione un centinaio di carabinieri del comando provinciale, con il supporto di unità cinofile. In manette gli esponenti di spicco del mandamento mafioso di Bagheria. Tra gli arrestati emerge la figura di Giuseppe Scaduto

Operazione antimafia dei carabinieri di Palermo: arrestati all'alba 16 esponenti di spicco del mandamento mafioso di Bagheria. L'accusa è di associazione di tipo mafioso ed estorsioni ai danni di imprenditori locali. In azione un centinaio di carabinieri del comando provinciale, con l'ausilio di unità cinofile e di un elicottero del nono Nucleo di Palermo, per dare esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 16 persone accusate di associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.

I nomi degli arrestati

Tra gli arrestati emerge la figura di Giuseppe Scaduto, già catturato nel 2008 nell’ambito dell’operazione “Perseo”, quando - al vertice del clan di Bagheria - emergeva per il ruolo di leader nella ricostruzione della commissione provinciale di Cosa Nostra e, dallo scorso aprile, tornato in libertà dopo un lungo periodo di detenzione.

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Il lavoro dei carabinieri, acquisito nell’ambito dell’indagine denominata “Nuova Alba”, ha permesso di documentare alcune estorsioni commesse ai danni di imprenditori bagheresi e dei comuni limitrofi e ricostruire i nuovi equilibri mafiosi del mandamento di Bagheria, capace sempre di rigenerarsi dopo ogni operazione di polizia, rimpiazzando velocemente chi finiva in carcere.

Nell’ordinanza di custodia cautelare è stata contestata ad alcuni indagati l’appartenenza alla famiglia mafiosa di Altavilla Milicia: avevano il ruolo di selezionare le vittime di estorsione e poi riscuotere il denaro, oltre a pensare al sostentamento dei detenuti e a gestire le mediazioni immobiliari, imponendo provvigioni superiori a quelle di mercato.

Mafia, blitz a Bagheria: 16 arresti

"Inoltre - dicono i carabinieri - sono state accertate varie estorsioni compiute da esponenti di spicco del mandamento mafioso di Bagheria ai danni di imprenditori locali che operavano nel settore edile e nella fornitura di acqua minerale: sono stati costretti a consegnare ingenti somme di denaro a titolo di “pizzo”, ovvero ad assumere persone vicine all’organizzazione mafiosa".

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Il provvedimento è stato notificato in carcere a Giacinto Di Salvo, altro esponente di spicco, già a capo della cosca di Bagheria dal 2011 fino al maggio 2013, quando venne arrestato nell’ambito dell’operazione Argo. Le indagini avevano permesso di ricostruire l’ascesa di Di Salvo da capo famiglia a reggente e cassiere del mandamento di Bagheria. Nello stesso contesto, è stato arrestato Giovanni Trapani, ritenuto fino al 2010 a capo della famiglia mafiosa di Ficarazzi.

Colpiti dal provvedimento anche i vertici storici della famiglia mafiosa di Altavilla Milicia, come Franco Lombardo, ritenuto a capo della famiglia mafiosa di Altavilla Milicia tra il 2011 e l’ottobre 2012 e, per breve periodo, reggente del mandamento di Bagheria, Michele Modica, leader del clan di Altavilla fino al giugno 2014, quando cioè venne arrestato nell’ambito dell’operazione Reset. Per alcuni degli indagati, già detenuti, il provvedimento è stato notificato nelle carceri di Palermo, Tolmezzo e Prato.

Antonio Di Stasio-2"Nel contesto delle illustri scarcerazioni - dichiara Antonio Di Stasio, comandante provinciale dei carabinieri - dopo il ritorno in carcere di Giulio Caporrimo, ora è stato il turno di un altro reggente, Pino Scaduto, uscito lo scorso aprile. Entrambi sono emersi alle cronache giudiziarie per aver tentato, dopo il capo dei capi, Totò Riina, a ricostruire forme alternative di un’organizzazione di vertice di Cosa nostra.

In particolare, negli anni 2007 e 2008, Scaduto, insieme a Benedetto Capizzi, era stato il promotore del progetto di ricostituzione della commissione provinciale di Palermo. Mentre Caporrimo aveva organizzato, nel 2011, l’incontro di “Villa Pensabene” riunendo tutti i capi mandamento del capoluogo siciliano. Ancora una volta - conclude Di Stasio - è risultata premiante la sinergia tra la Procura e i carabinieri e la solerzia degli organi giudicanti. Una ulteriore conferma che lo Stato c'è".

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