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Mafia e concorso esterno: possibile "riabilitazione" dei condannati

Sentenza favorevole a Contrada. Accolto il ricorso dell'avvocato Giordano: rimessa alle sezioni unite la decisione sulla estensibilità. La Cassazione rimette in gioco altri "condannati del passato", definiti i "fratelli minori" dell'ex 007: Vincenzo Inzerillo, Franz Gorgone e un imprenditore defunto, Vincenzo Rappa

La Corte di Cassazione deciderà sui 'fratelli minori' del caso Contrada. A seguito di ricorso presentato dall'avvocato palermitano Stefano Giordano di Palermo contro una sentenza della Corte d'Appello di Caltanissetta - che aveva ritenuto non estensibili a terzi gli effetti della sentenza emessa nell'aprile 2015 dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo a favore di Bruno Contrada - la Sesta Sezione penale della Corte di Cassazione ha accolto l'istanza del legale. 

Con ordinanza emessa il 22 marzo scorso, ha rimesso alle Sezioni Unite la decisione circa la questione dell'estensibilità o meno degli effetti della sentenza Contrada a favore dei cosiddetti "fratelli minori" (ossia dei soggetti che, pur trovandosi nella medesima situazione sostanziale di Contrada perché condannati per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa in relazione a fatti commessi prima dell'autunno 1994, non hanno personalmente adìto la Corte Europea). 

La questione riguarda dunque il concorso esterno in associazione mafiosa, reato per il quale Contrada aveva subito una condanna, poi dichiarata "ineseguibile" a seguito dell’intervento della Corte europea dei diritti dell’uomo. "Sulla soluzione da dare alla questione, infatti, le Sezioni Semplici della Suprema Corte hanno assunto posizioni tra loro contrastanti. Da ciò, la necessità", evidenziata dall'avvocato Giordano e condivisa dal Collegio giudicante "di un intervento della Corte a Sezioni Unite che componga il contrasto".

Tra i fratelli minori di Contrada c’è anche un defunto, l’imprenditore Vincenzo Rappa, morto nel 2009: il ricorso è stato presentato dal nipote, Vincenzo Corrado. Oltre a Rappa la Cassazione rimette in gioco pure Franz Gorgone, 87 anni, ex assessore regionale al Territorio e ambiente, condannato nel 2001 perché colpevole di collusioni con Cosa nostra. Ma c'è anche Vincenzo Inzerillo, palermitano di 71 anni, ex senatore della Dc. Inzerillo è stato scarcerato a luglio del 2012 dopo aver scontato una condanna per concorso in associazione mafiosa: è stato accusato di essere il politico di riferimento della famiglia Graviano.

Naturalmente, la decisione delle Sezioni Unite, attesa per i prossimi mesi, non solo investirà - oltre al ricorso di cui all'ordinanza del 22 marzo - tutti i procedimenti analoghi già attualmente pendenti (con il patrocinio dell'avvocato Giordano e non solo) avanti la Corte di Cassazione, ma produrrà poi effetti generali rispetto alla sorte dei predetti "fratelli minori" e alle iniziative processuali che essi potranno assumere.

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