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"Più denunce contro il pizzo, ma la mafia senza coppole e lupare è pronta per la Ripartenza"

Dalla relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario la radiografia di Cosa nostra, la cui fonte di reddito resta la droga: "Con l'annunciato aumento del Pil nazionale acquisirà aziende anche all'estero". I boss rafforzano la loro "funzione sociale" con feste di piazza e altri "servizi". Cresce il numero di imprenditori contro il racket ma non ovunque

L'Italia tenta di uscire dalla pandemia, di ripartire, e Cosa nostra - non quella delle coppole e delle lupare, ma quella ben vestita che parla inglese, acquisisce azienda anche all'estero e ripulisce denaro derivante per lo più dal traffico di droga - sarebbe pronta ad accaparrarsi la sua parte. La mafia "imprenditrice" - come emerge dalla relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario (la cerimonia si terrà stamattina, sabato 22, al palazzo di giustizia) del presidente della Corte d'Appello Matteo Frasca - "non mostra segni di cedimento". Contestualmente però sembra che i boss abbiano puntato a "rafforzare la loro funzione sociale", ovvero a "garantire i diritti" di coloro che vivono nei loro quartieri, organizzando feste con cantanti neomelodici, ma gestendo anche l'occupazione abusiva di case popolari, litigi per soldi o questioni sentimentali e fornendo in alcuni casi beni di prima necessità ai più bisognosi.

Aumentano le denunce contro il pizzo, ma non ovunque

Nella stessa relazione, però, la Procura mette in evidenza un dato importante: è la prima volta che si dice apertamente che c'è stato "un notevole incremento delle denunce da parte delle vittime di estorsione, caratterizzate dalla volontà di collaborare senza riserve con la giustizia". La nota dolente è che questo è accaduto "a macchia di leopardo": in alcuni mandamenti, infatti, come quello di Porta Nuova "ben 15 imprenditori, soprattutto del settore edile, hanno indicato compiutamente gli autori del reato", altrove invece - come nella zona di Brancaccio e Ciaculli - si continua a tacere e a subire.

L'espansione della Cosa nostra "imprenditrice"

"Nonostante il rilevante rallentamento di tutte le attività economiche di Cosa nostra nella fase più acuta dell'emergenza epidemiologica - si legge nella relazione - si deve rilevare che, al contrario della mafia 'militare-territoriale', la mafia 'imprenditrice' (nel senso più ampio del termine) non mostra segni di cedimento; anzi si può ragionevolmente presumere nel prossimo periodo, anche in considerazione dell'annunciato incremento del Pil nazionale, un'espansione di tutte le attività con fini di lucro (dall'acquisizione di aziende al riciclaggio in ambito nazionale ed internazionale)".

La droga come "fonte primaria di reddito"

La principale "fonte di reddito" dei boss resta la droga, anche se i giri d'affare non hanno nulla a che vedere con i periodi in cui si raffinava l'eroina a Palermo e la si esportava in tutto il pianeta (un modello "imprenditoriale" che è stato poi ricalcato da altre organizzazioni criminali, oggi più potenti di Cosa nostra a livello internazionale). Ma la Procura rimarca come lo smercio di stupefacenti sia strettamente legato alla domanda da parte degli acquirenti e dunque a problematiche sociali e culturali che certamente non possono essere risolte soltanto con l'azione repressiva da parte dello Stato. Tanto che, anche l'annientamento di Cosa nostra comporterebbe secondo gli inquirenti soltanto un cambio di gestione, ma non l'eliminazione del fenomeno.

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"Nonostante il 'martellamento' costante delle operazioni antidroga - si dice ancora nella relazione - a parte un modesto rallentamento nel periodo più acuto della crisi epidemiologica, il traffico di droga non conosce crisi, anzi appare in espansione; si deve ritenere che il fenomeno sia strettamente legato a problematiche sociali e culturali, alla base della costante 'domanda', che non possono essere risolte solamente dall'attività repressiva; senza entrare nel merito circa il se, il quando e l'entità di eventuali innovazioni in materia (che spettano esclusivamente al legislatore), si può ragionevolmente presumere che anche l'annientamento di Cosa nostra comporterebbe solamente un cambio di 'gestione' dei traffici ad opera di altre organizzazioni criminali".

I boss e la loro "funzione sociale", tra feste e liti per motivi sentimentali

I mafiosi hanno inoltre "rafforzato la 'funzione sociale' per mantenere il controllo del territorio di riferimento ed allargare la base del consenso, necessario, al pari della forza di intimidazione, per la sopravvivenza stessa dell'associazione; gli stessi impongono le proprie decisioni per la risoluzione delle problematiche più varie, per esempio litigi famigliari per motivi sentimentali, occupazioni abusive di case popolari, sfratti per mancati pagamenti di affitti, intercessioni per intraprendere attività economiche nel quartiere in contrapposizione ad altri soggetti, modalità e tempi di pagamento di debiti rimasti insoluti, recupero di beni oggetto di furto, il pieno controllo delle feste di quartiere (occupandosi dell'ingaggio di cantanti neomelodici chiamati ad esibirsi durante le manifestazioni, al pagamento di questi e delle altre spese dell'organizzazione), nonché, in taluni casi, anche il sostegno delle famiglie più bisognose mediante la fornitura, diretta o indiretta, di generi di prima necessità".

"Sventati due omicidi"

Infine, "l'ufficio è riuscito a prevenire due omicidi di mafia, in fase di progettazione; pur tenendo conto del 'basso profilo' mantenuto da Cosa nostra negli ultimi anni (fatta eccezione per il mandamento mafioso di Belmonte Mezzagno), ciò manifesta la costante ed incisiva attività svolta dalla magistratura e dalle forze dell'ordine nel controllo delle dinamiche mafiose nella provincia di Palermo".

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