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Mafia Trabia

Boss ed estortori delle Madonie alla sbarra: 37 condanne per 350 anni di carcere

Si tratta del processo nato dall'operazione Black cat del 2016, che ha disarticolato le cosche locali. Dodici le assoluzioni. Per due imputati il gup ha deciso il non luogo a procedere. Oltre 300 mila euro di risarcimenti alle parti civili

Trentasette condanne per oltre 350 anni di carcere, 12 assoluzioni, due sentenze di non luogo a procedere e oltre 300 mila euro di risarcimenti alle parti civili. E' questa la decisione del gup Fabrizio Anfuso per presunti boss ed estortori delle cosche delle Madonie, imputati nell'ambito del processo Black cat. Il procedimento nasce dall'operazione omonima compiuta dai carabinieri nel 2016.

Le singole condanne vanno dai due anni ai 18 anni e 9 mesi. Nel dettaglio, Diego Rinella è stato condannato a 16 anni e 6 mesi, Michele Modica a 13 anni, Giuseppe Ingrao a 9 anni, Filippo Colletti a 11 anni, Vincenzo Medica ad 8 anni e 8 mesi, Diego Guzzino ad 8 anni e 8 mesi, Salvatore Sampognaro ad 8 anni e 8 mesi, Salvatore Palmisano a 11 anni e 4 mesi, Giuseppe Libreri a 11 anni e 6 mesi, Mario D'Amico ad 8 anni e 10 mesi, Antonino Fardella a 9 anni e 4 mesi, Raimondo Virone a 8 anni e 8, Massimiliano Restivo a 9 anni e 6 mesi, Stefano Contino a 13 anni e un mese, Gandolofo Interbartolo a 14 anni e 9 mesi, Vincenzo Civiletto a 9 anni e 2 mesi, Giovanni Muscarella a 9 anni e 1 mese, Giacomo Li Destri a 9 anni e un mese, Antonino Giuliano a 2 anni, Giuseppe Rio 4 anni e 2 mesi, Silvio Napolitano a 6 anni, Vincenzo Calderaro a 5 anni e 4, Ciro Guardino a 3 anni, Giuseppe Vitanza a 4 anni e 2 mesi, Francesco Bonomo a 15 anni e 3 mesi, Antonino Maranto a 18 anni e 9 mesi, Antonio Maria Scola a 12 anni e 5 mesi, Saverio Maranto a 11 anni e 6 mesi, Angelo Schittino a 10 anni e 4 mesi, Salvatore Schittino a 6 anni, Santo Bonomo ad 8 anni, Pietro Termini a 5 anni, Giuseppe Scaduto a 6 anni, Vincenzo Sparacio a 11, Mariano Parisi a 11 anni, Vincenzo Vassallo a 11 anni, Francesco Cerniglia a 11 anni. Dodici gli imputati assolti: Samuele Schittino, Salvatore Fatta, Pietro Liga, Nicolò Pandolfo, Francesco Lombardo, Salvatore Abbadessa, Michele Serraino, Calogero Sinagra, Santina Ingrao, Andrea Di Gangi, Rosario Libreri e Antonio Quattrocchi. Il gup ha deciso di non procedere per Marianna Bonomo e Giovanni Anzaldi.

I risarcimenti

L'ex sindaco di Cerda, Andrea Mendola, che si è costituto parte civile con gli avvocati Salvino Caputo e Francesca Fucaloro, ha avuto una provvisionale immediatamente esecutiva di 140 mila euro con rinvio al giudice civile per la quantificazione dell'ulteriore danno subito. Come è risultato dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, il gruppo mafioso di Cerda non hanno esitato a dare alle fiamme le autovetture di proprietà della famiglia Mendola pur di costringere il sindaco alle dimissioni. Risarcimento di diecimila euro anche per i Comuni di Alimena, Aliminusa, Caccamo, Casteldaccia, Caltavuturo, Campofelice di Roccella, Castellana Sicula, Cefalù, Collesano, Gangi, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Lascari, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, San Mauro Castelverde, Scillato, Sclafani Bagni, Termini Imerese, Trabia che si sono costituiti parte civile con l'assistenza degli avvocati Ettore Barcellona e Francesco Cutraro. Per Cerda è stata disposta una provvisionale di centomila euro. Cinquemila euro per Addiopizzo e per il Centro Pio La Torre. 

L'operazione Black cat

Il blitz, frutto delle indagini sviluppate dalla compagnia di Termini Imerese, che ha portato ai primi 33 arresti è scattato il 31 maggio 2016. Colpiti i mandamenti di Trabia e San Mauro Castelverde. Gli inquirenti hanno ricostruito "gli assetti di vertice delle famiglie e le interlocuzioni con gli esponenti apicali di quelle limitrofe. Sono stati, inoltre, documentati numerosi reati fine espressione della capacità di intimidazione e controllo del territorio delle compagini mafiose oggetto di indagine". Tra i retroscena emersi dalle indagini venne fuori che, per sfuggire alle intercettazioni, i summit di mafia si organizzavano nel nosocomomio di Termini Imerese considerato più sicuro. Le riunioni, per trattare argomenti delicati con gli affiliati, avvenivano anche in aperta campagna: Gandolfo Intrabartolo sfruttava la sua posizione di geometra, simulando di dover effettuare sopralluoghi sugli appezzamenti di terreno. 

A marzo 2017 sono scattate le manette per altre dieci persone accusate di associazione mafiosa ed estorsione aggravata: in nove sono finiti in carcere (uno ai domiciliari).

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