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Il pentito ai tempi di Facebook, il boss del Borgo Tantillo: "Ci scassu tutti i cuorna"

Il collaboratore di giustizia Giuseppe Tantillo ha postato (sotto falso nome) un lungo e colorito messaggio video in cui svela "curtigghi" del quartiere. Gli insulti verso "quattru indegni e cati ri munnizza e pulle". La "performance" però rischia di fargli perdere le tutele

Parla in dialetto stretto e non le manda a dire, ne ha per tutti e svela "curtigghi" del Borgo Vecchio. Giuseppe Tantillo, ex "re" del quartiere e adesso collaboratore di giustizia, è apparso in un video su Facebook in cui si lascia andare a un lungo e colorito sfogo. La performance però viola le prescrizioni che gli sono state imposte (adesso vive in una località protetta ndr) e rischia di mettere in discussione lo status di pentito. "Sugnu liberu - dice  - a un curnutu i chissi ci scassu tutti i cuorna, puru uora ca sugnu pintitu".

Lo show di Tantillo: "Alla salute di voi che mi volete male" | VIDEO

Il video - postato in una pagina aperta sotto falso nome - rischia di entrare nel fascicolo del processo d'appello al clan di Porta Nuova, di cui Tantillo ha fatto parte fino alla scelta di pentirsi. L'avvocato Giovanni Castronovo, difensore di uno degli imputati, ritiene infatti che le frasi pronunciate dal collaboratore di giustizia ne diminiuscano la credibilità. Dimostrerebbero, secondo il legale, che dietro le sue dichiarazioni ci sono motivi di risentimento personale.  

Tantillo era il gestore delle estorsioni e negli anni aveva esercitato un dominio assoluto nel quadrilatero compreso tra il carcere Ucciardone e il Politeama. Poi la decisione di collaborare con la giustizia. Ed è stato lui a inguaiare anche Fabrizio Ferrandelli (è stata poi chiesita l'archiviazione ndr) gettando l'ombra del voto di scambio per le elezioni del 2012.

"I cuorna propriu fetunu - dice Tantillo davanti alla webcam - i cuorna si fanno puru tra cucini. Lassa iri a chidda ca pari a figghia ‘i Fantozzi. Ma chidda, ca so’ marito è ‘n galera...". "Sugnu liberu - prosegue - a un curnutu i chissi ci scassu tutti i cuorna, puru uora ca sugnu pintitu". E via con gli insulti verso "quattru indegni e cati ri munnizza e pulle", che approfitterebbero delle trasferte per incontrare i parenti detenuti al Nord per macchiarsi di tradimenti. "Iu parenti unn’aju - tuona - parole prima un mi nni ricìanu. Ora ca sugnu pintitu, ma prima non me ne dicevano. Sunnu carne da macello ca mancu i cani sa mancianu... ‘Nna vita c’è cu nasci cani e cu nasci buonu".

Non mancano i riferimenti a interessi familiari e soldi. Accanto a lui c'è la moglie: "Siti novi frati, lassa iri chiddu ca un c’è chiù - dice la donna riferendosi a uno dei fratelli morti - e un vi schifiati, vi litigate pi un euru".


 


 

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