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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia

"Era socio di Ciancimino": blitz ad Andorra, sequestrato un "tesoro" nel Principato

Riciclaggio, colpo della guardia di finanza palermitana nei Pirenei: nel mirino gli eredi di Ezio Brancato, ex funzionario della Regione e socio del "Gruppo Gas", attività controllata da Bernardo Provenzano. Sequestrate somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro

Somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro sono stati sequestrati nel Principato di Andorra dal Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Palermo. Il sequestro (GUARDA VIDEO) è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie Maria D'Anna e delle figlie, Monia e Antonella, di Ezio Brancato, morto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana.

Brancato aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo, ed era socio del cosiddetto "Gruppo Gas" di Palermo. Un'attività costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il "Gruppo Gas" era stato venduto alla multinazionale spagnola "Gas Natural", per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato.

Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le autorità di polizia andorrane, tramite l'ufficiale di collegamento della finanza presso l'Ambasciata d'Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per "trasferimento fraudolento di valori" in Italia e per "riciclaggio" nel Principato.

L'indagine svolta all'estero ha permesso di scoprire che il marito di Monia Brancato nel 2013 aveva aperto cinque conti correnti bancari in quattro istituti di credito del Principato di Andorra e due cassette di sicurezza. I conti sono stati alimentati con 39 bonifici bancari, disposti da banche spagnole ed effettuati in soli due mesi, tra il giugno e l'agosto del 2013, ovvero immediatamente dopo il primo sequestro disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che risale al maggio dello stesso anno.

Ricostruendo i movimenti finanziari, i finanzieri hanno quindi individuato il patrimonio che la famiglia Brancato deteneva illecitamente nel Principato di Andorra. La successiva rogatoria internazionale con lo Stato pirenaico ha consentito di acquisire documentazione bancaria importante, in virtù della quale la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo, presieduta da Giacomo Montalbano, ha disposto il sequestro di prevenzione di 1.475.000 euro, nonché di gioielli e preziosi, ritenuti provento di attività illecita.

"In occasione del sequestro di prevenzione - dicono dalla Finanza - è stato notificato il nuovo decreto richiesto dai sostituti procuratori Siro De Flammineis e Gaspare Spedale ed emesso dal gip presso il Tribunale di Palermo, con il quale si dispone il sequestro preventivo delle medesime somme, già disposto nel mese di agosto 2016 ed annullato dal Tribunale del Riesame".

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