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Martedì, 19 Marzo 2024
Mafia Tommaso Natale / Via Tommaso Natale

Estorsioni, intimidazioni e scommesse online: colpo al mandamento di Tommaso Natale, 8 arresti

Si tratta della seconda tranche dell'inchiesta Bivio condotta da carabinieri e Procura sulla zona della città che sarebbe stata sotto il controllo di Giulio Caporrimo e, durante la sua detenzione, di Calogero Lo Piccolo. Poche ma decisive le denunce presentate dalle vittime del racket, imprenditori impegnati nella costruzione di ville o nei lavori per la realizzazione della rete fognaria pubblica

Nuovo colpo al mandamento mafioso di Tommaso Natale. Con l’operazione Bivio 2 i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale hanno arrestato questa mattina otto persone, in esecuzione di un’ordinanza del gip per i reati di associazione a delinquere, estorsione aggravata e danneggiamento. Si tratta del seguito dell'operazone Bivio di inizio anno. Diversi gli incendi con obiettivi intimidatori - tra locali sul lungomare ed escavatori usati nel cantiere per la realizzazione della rete fognaria - ai quali è stata data una spiegazione anche grazie alle (poche) denunce degli imprenditori che non hanno ceduto alle minacce.

Operazione Bivio 2, le foto degli arrestati

Dall’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e dal pool guidato dal procuratore Salvatore De Luca sono emerse le figure di Giulio Caporrimo (51 anni), arrestato a gennaio e attualmente detenuto per altra causa, del figlio Francesco (26) e di Giuseppe Vassallo (56), palermitano trasferitosi a Firenze e molto attivo nella commercializzazione di siti per le scommesse sportive online. A finire in carcere anche Vincenzo Billeci (51 anni), Antonino Ciaramitaro (28), Fabio Gloria (45) e Vincenzo Taormina (49). Agli arresti domiciliari invece Fabio Ventimiglia (44). 

Le indagini - dopo le operazioni Oscar, Apocalisse, Talea, Cupola 2.0 e Bivio sviluppate tra il 2011 e il 2020 - hanno mostrato i vari avvicendamenti dopo i blitz che hanno fiaccato Cosa nostra. Dopo la sua scarcerazione, nel maggio del 2019, "Caporrimo si era trovato sottoposto - si legge in una nota dei carabinieri - a Francesco Palumeri, designato quale proprio sostituto da Calogero Lo Piccolo, nuovo capo del mandamento di Tommaso Natale", nonché figlio del "barone" Salvatore e fratello di Sandro. Dopo un periodo di auto esilio a Firenze, dove è stato intercettato mentre parlava da solo del declino della mafia, Caporrimo sarebbe riuscito a riconcquistare la reggenza del mandamento.

Dalla seconda tranche dell’attività d’indagine sarebbero arrivati i riscontri a diversi episodi - registrati tra il 2018 e il 2020 - che avevano attirato l’attenzione degli investigatori. Come l’incendio di un locale sul lungomare, appiccato per convincere il titolare a mollarne la gestione, o quello di un escavatore parcheggiato nel cantiere del collettore fognario di via Rosario Nicoletti. Ma anche le minacce subite da alcuni imprenditori impegnati per esempio nella costruzione di villette, affinché cedessero le commesse o si convincessero ad affidare i lavori alle ditte "amiche".

Parte delle altre entrate del mandamento, ricostruisce la Procura, arrivavano dalla "messa a posto" dei commercianti. Su undici episodi tra estorsioni e imposizioni tentate e consumate, solo due sono state denunciate dalle vittime. Tra questi un costruttore che è stato raggiunto in un cantiere da uno degli indagati che lo ha afferrato per il collo, lo ha sbattuto al muro e ha minacciato lui e la sua famiglia affinché sborsasse decine di migliaia di euro. Con le estorsioni e le intimidazioni, gli indagati controllavano il territorio, ma gran parte dei soldi frutto di attività illecite arrivavano dalle agenzie di scommesse online.

"Con l'operazione 'Bivio 2' - dice il generale di brigata Arturo Guarino, comandante provinciale carabinieri di Palermo - viene completato un intervento sullo storico mandamento mafioso di San Lorenzo-Tommaso Natale, che si estende dai quartieri nord della città fino al golfo d Carini. In dieci anni sono sette le operazioni dell'Arma contro questa struttura di Cosa nostra, della quale seguiamo le gerarchie criminali e le attività sul territorio. Ancora una volta i figli dei boss che subentrano ai padri arrestati, ancora una volta la documentazione di estorsioni e della violenza che esse portano, soprattutto nel settore edilizio. Desidero ringraziare i due imprenditori che hanno denunciato, segno di quella fiducia nella giustizia che cerchiamo di sostenere con tutto il nostro impegno".

"Gli arresti di oggi sono anche la conferma che la strada verso la liberazione dalle pressioni criminali è ancora lunga" commenta Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio. Mentre il presidente di Assoimpresa Mario Attinasi lancia un appello ai commercianti: "Denunciare il pizzo è un obbligo non solo legale ma anche morale, anzitutto verso se stessi".  

Ieri la polizia e i carabinieri hanno eseguito una doppia operazione antimafia colpendo il mandamento che comprende le famiglie di Roccella, Ciaculli e Brancaccio. Cinquanta gli episodi legati al racket e contestati dalla Dda ai 16 fermati. Nessuna attività commerciale sembrava potere sfuggire a questo destino: venditori di panini e sfincione, farmacie, bar, agenzie immobiliari, supermercati, agenzie di pompe funebri, pollerie, gelaterie, macellerie, panifici, pizzerie, tabacchi, officine, negozi di abbigliamento, discoteche, palestre, la scuola guida e persino "quella delle unghie”.

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