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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mafia

Mafia, la Cassazione conferma la condanna a 7 anni per Dell'Utri

Ribadita la sentenza d'Appello per l'ex senatore di Forza Italia. L'accusa: contatti con i boss per 18 anni, tra il 1974 e il 1992. La difesa: "Siamo delusi, c'erano tutti gli spazi per l'annullamento della condanna"

La Cassazione ha confermato ieri sera la condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Marcello Dell'Utri, detenuto dal 12 aprile scorso agli arresti ospedalieri a Beirut.

La sentenza è giunta al termine di una camera di consiglio durata circa 4 ore. I giudici della suprema corte hanno dunque accolto la richiesta della Procura della Cassazione, avanzata da Aurelio Galazzo, che nel corso del suo intervento davanti ai giudici aveva sottolineato come l'ex senatore del Pdl fosse stato per 18 anni, tra il 1974 e il 1992, "il garante dell'accordo" tra Berlusconi e Cosa nostra.

Forte la delusione dei legali di Dell'Utri, per i quali "c'erano tutti gli spazi per l'annullamento della condanna". L'avvocato Giuseppe Di Peri, legale del fondatore di Forza Italia insieme a Massimo Krogh, ha anche annunciato la decisione di ricorrere alla Corte Europea di Strasburgo.

Intanto sta assumendo il carattere di una vera è propria corsa contro il tempo l'iter per l'ottenimento dell'estradizione di Dell'Utri. In base all'accordo bilaterale esistente tra l'Italia e il Libano, infatti, Beirut "potrà porre fine all'arresto provvisorio" dell'ex senatore, qualora non ricevesse entro un mese dal suo arresto, ovvero entro il 12 maggio, tutti i documenti per l'estradizione.

Oltre il termine del 12 maggio, il fermo di Dell'Utri scadrebbe, rendendo più complesso l'ottenimento dell'estradizione. A scongiurare questa ipotesi, per i legali di Dell'Utri, è il fatto che una volta inviati i documenti a Beirut, l'ordine "sarà trasformato in ordine di carcerazione".

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