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Cupola: boss risarciranno imprenditori e Comuni, ma quello di Palermo non era parte civile

Il giudice ha deciso che gli imputati debbano versare 155 mila euro a 13 vittime del racket, 6 associazioni e le Amministrazioni di Villabate, Misilmeri e Ficarazzi. Palazzo delle Aquile, invece, non ha mai fatto richiesta di essere tra gli enti danneggiati

Il giudice Rosario Di Gioia, che oggi pormeriggio ha inflitto 46 condanne a boss e gregari di Cosa nostra, al termine del processo nato dalla maxioperazione "Cupola 2.0", ha anche riconosciuto 155 mila euro di provvisionali alle parti civili, a titolo di risarcimento del danno. Oltre a vittime del pizzo - ben 28 gli episodi estorsivi ricostruiti dai carabinieri - e associazioni antiracket, si sono costituiti anche tre Comuni, Villabate, Ficarazzi e Misilmeri. Grande assente il Comune di Palermo, che non ha mai chiesto di essere ammesso tra gli enti offesi e danneggiati.

Nello specifico, il gup ha concesso a 13 imprenditori taglieggiati complessivamente 125 mila euro di provvisionali, mentre gli imputati dovranno pagare 5 mila euro ciascuno al Centro Pio La Torre, ad Addiopizzo, a Confcommercio Palermo, a Sos Impresa, a Sicindustria e a Confartigianato. Per i tre Comuni, invece, non sono state disposte provvisionali, ma l'entità del danno dovrà essere quantificata davanti al tribunale civile.

Le parti civili sono rappresentate, tra gli altri, dagli avvocati Ettore Barcellona, Francesco Cutraro, Anna Tirrito, Fabio Lanfranca, Alfredo Galasso, Fausto Maria Amato e Salvo Caradonna.

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