Ville, terreni, auto e un bar: confiscati beni per 10 milioni a imprenditore mafioso di Carini
Nel mirino di polizia e finanza è finito Salvatore Cataldo: nel 2020 era stato condannato all’ergastolo per il duplice omicidio pluriaggravato di Antonino Failla e Giuseppe Mazzamuto, un delitto commesso nel 1999 su ordine di Salvatore e Sandro Lo Piccolo
Confiscati beni per un valore complessivo di 10 milioni di euro a Salvatore Cataldo, imprenditore edile 72enne legato alla famiglia mafiosa di Carini. La polizia ha dato esecuzione al provvedimento del Tribunale di Palermo (Sezione Misure di Prevenzione) applicando inoltre la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per la durata di quattro anni.
"Le indagini economico–finanziarie condotte dall’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Palermo e dal Gico della Finanza - spiegano dalla polizia - hanno permesso di individuare un cospicuo patrimonio costituito da imprese, beni immobili, veicoli e rapporti bancari di origine illecita in considerazione dell’esiguità delle risorse economiche dichiarate al fisco e di un assetto patrimoniale squilibrato, in netto contrasto con le acquisizioni effettuate nel corso degli anni dallo stesso e dai componenti del suo nucleo familiare".
Imprenditore edile legato alla famiglia mafiosa di Carini e in particolare al suo reggente Vincenzo Pipitone, "Salvatore Cataldo - spiegano dalla questura - dopo aver riportato una condanna definitiva a 3 anni di reclusione per il 'delitto di soppressione di cadavere' commesso l’11 gennaio 2006, è stato poi condannato a 8 anni e 4 mesi per aver partecipato alle attività criminali della famiglia mafiosa di Carini, costituendo un punto di riferimento di quel territorio per le questioni legate al pagamento del pizzo e per aver messo a disposizione un proprio fondo per seppellire i cadaveri di Giovanni Bonanno e Bartolomeo Spatola, nonché per aver partecipato alla commissione di gravi fatti di sangue nel territorio di Carini".
Dopo essere finito in carcere nel 2006, nel gennaio del 2020 era stato condannato dalla Corte di Assise di Palermo, in concorso con Vincenzo Pipitone, Giovanbattista Pipitone e Antonino Di Maggio, alla pena dell’ergastolo per il duplice omicidio pluriaggravato di Antonino Failla e Giuseppe Mazzamuto, commesso nel 1999 su ordine di Salvatore e Sandro Lo Piccolo che li ritenevano responsabili della scomparsa di un loro familiare eliminato con metodo della lupara bianca. "Sulla base dell’acclarata pericolosità sociale qualificata di Salvatore Cataldo - aggiungono dalla questura - nel 2011 sono state avviate le indagini patrimoniali le cui risultanze sono confluite nelle proposte per l’applicazione di misure di prevenzione personale e patrimoniale e, successivamente nei decreti di sequestro emessi dal Tribunale di Palermo".
E' stata disposta la confisca di un patrimonio costituito da 13 beni immobili tra fabbricati e terreni; 22 veicoli tra autovetture, motocicli, autocarri, mezzi speciali e rimorchi; 5 imprese attive principalmente nel campo edile e delle costruzioni (Impresa individuale Salvatore Cataldo, società Nuova Costruzioni di Sparacio Rosalia, Dcc. srl, Givi Costruzioni, 4Morsi Snack & Bar), nonché svariati rapporti finanziari.
Tra gli immobili confiscati anche un ampio appezzamento di terreno, già lottizzato, nel comune di Carini sul quale, secondo la convenzione stipulata con l’Ufficio Tecnico del comune, in adesione al progetto redatto ed approvato, avrebbe dovuto sorgere un complesso immobiliare composto da 12 ville bifamiliari e due ville quadrifamiliari. All’individuazione di quest’ultimo bene si è giunti dopo una attività di analisi ed approfondimento svolta dall’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali su alcuni documenti rinvenuti in fase di esecuzione del primo decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Palermo che ha svelato l’esistenza di un grosso affare immobiliare concluso tra Cataldo, prima del suo arresto nel 2010, e gli eredi di Peter Vitale, nato a Cinisi nel 1914, emigrato in America e divenuto boss della Detroit partnership a partire dagli anni 70 fino alla sua morte, avvenuta nel 1997 per cause naturali.