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Martedì, 19 Marzo 2024
Mafia

Dalla ditta di famiglia all'impero milionario, dopo il sequestro arriva la confisca per Carmelo Lucchese

La sezione misure di prevenzione ha emesso un decreto nei confronti dell'imprenditore che gestiva tredici supermercati. In pochi anni, grazie al contributo della mafia di Bagheria, avrebbe fatto crescere esponenzialmente il suo fatturato sbaragliando la concorrenza

Confiscato l’ex patrimonio da 150 milioni dell’imprenditore Carmelo Lucchese, o per meglio dire il ricavato della vendita, fra le altre cose, di tredici supermercati tra Palermo e provincia ceduti ormai ad altre società. Su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura la sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo ha emesso un decreto nei confronti del noto imprenditore di 56 anni, in odor di mafia ma ad oggi incensurato, che opera nel settore della grande distribuzione alimentare. 

"Oggetto della confisca di primo grado sono tra le altre cose - si legge in una nota - le quote societarie e il compendio aziendale della Gamac group srl, che all’epoca del sequestro gestiva tredici punti vendita tra Bagheria, Carini, Bolognetta, San Cipirello e Termini Imerese". Il sequestro era stato eseguito a febbraio dello scorso anno dopo le indagini condotte dai militari del Gico del Nucleo di polizia economico finanzaria su Lucchese. Gli esercizi commerciali, precisano le Fiamme gialle, sono stati nel frattempo ceduti dall’amministratore giudiziario società terze nell’ambito delle linee guida approvate dal Tribunale e pertanto oggetto della confisca è il ricavato della vendita.

L’inchiesta, denominata "Schiticchio", avrebbe svelato i segreti dell’ascesa dell’imprenditore che, nel giro di poco tempo, avrebbe tirato su un impero da decine di milioni di euro. Non un miracolo economico, secondo il tribunale, ma una crescita "avvenuta sotto l'egida mafiosa" ad opera di "un imprenditore colluso che, seppur non organicamente inserito nell'organizzazione criminale, ha sempre operato sotto l'ala protettiva di Cosa nostra, che gli ha assicurato cospicui benefici".

Chi è Carmelo Lucchese

Una mano da Cosa nostra

Secondo quanto ricostruito Lucchese sarebbe riuscito ad espandersi grazie al contributo della famiglia di Bagheria “traendone vantaggio - si legge ancora - per scoraggiare la concorrenza con i danneggiamenti, acquisire imprese concorrenti, risolvere le problematiche sulla gestione delle sue imprese, dirimere controversie con i soci, ottenendo la possibilità di rilevare le imprese contese e beneficiando di una dilazione nei pagamenti, evitare il pagamento del pizzo nella zona di Bagheria e contrattare la ‘messa a posto’ con altre articolazioni palermitane del sodalizio mafioso”.

In coincidenza temporale con i più significativi interventi di Cosa nostra, l’imprenditore ha registrato una crescita esponenziale del fatturato dell’azienda, trasformata da piccola impresa familiare in un impero economico, arrivando a fatturare oltre 90 milioni di euro nel 2020. L’indagine testimonia anche le nuove e sempre più sofisticate modalità con cui gli imprenditori in affari con la mafia tentano di "proteggere" il proprio patrimonio.

operazione schiticchio sequestri 2-2

Trasferimenti societari solo sulla carta

“Nel corso degli accertamenti è infatti emerso che l’impero imprenditoriale era stato devoluto a un trust. Grazie a questo strumento giuridico, le società e immobili sono stati formalmente trasferite a un professionista, il cosiddetto trustee, incaricato di gestirle come se ne fosse proprietari. Tuttavia dalle evidenze raccolte nell’ambito di diversi procedimenti penali è emerso che il trust in questione era un mero espediente fittizio per schermare la titolarità delle proprietà. In altri termini, Lucchese aveva trasferito solo sulla carta tutti i poteri gestori sui beni al trustee, ma nella realtà non ne aveva mai perso il controllo e la disponibilità”.

Solo negli ultimi 18 mesi sono stati confiscati dalle Fiamme gialle beni per oltre 400 milioni di euro nei confronti di imprenditori considerati collusi con la mafia. “Continua l’azione che la guardia di finanza palermitana svolge, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, a contrasto dei patrimoni di origine illecita con la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale i sodalizi delinquenziali e di liberare l’economia legale dalle infiltrazioni della criminalità consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza”.

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