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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia

Mafia, operazione Hydra: inflitte pene per un secolo e mezzo

Confermata la sentenza di primo grado contro 17 tra capimafia, gregari ed estorsori. Giovanni Li Causi, gestore del bar del Renzo Barbera inizialmente assolto, è stato condannato a 8 anni. Tra i destinatari del provvedimento Giulio Caporrimo, boss di Tommaso Natale

Stangata per le cosche di San Lorenzo, Boccadifalco-Passo di Rigano e Brancaccio. La Corte d'Appello ha inflitto condanne per oltre un secolo e mezzo a diciassette persone tra boss, gregari ed estorsori, arrestate per mafia ed estorsione nel novembre 2011 nell'ambito dell'operazione Hydra. Confermata la sentenza di primo grado, emessa dal gup con il rito abbreviato, ad eccezione di un un imputato. Giovanni Li Causi, gestore del bar dello stadio Renzo Barbera assolto in un primo momento dal giudice, è stato condannato adesso a 8 anni.

Le indagini permisero di accertare come la cosca utilizzasse un ristorante, Villa Pensabene allo Zen, per discutere di potere, equilibri e soldi. Lì, attorno ad un tavolo, c'erano vecchi boss e capi emergenti. Ma il summit era tenuto d'occhio a debita distanza dalle forze dell'ordine. Tra i presenti c'era Giulio Caporrimo, fedelissimo dei fratelli Lo Piccolo, finito già in carcere e uscito nell'aprile del 2010. Dal penitenziario aveva provato a ridisegnare l'assetto della famiglia mafiosa, stringendo anche alleanze con il compagno di cella Epifanio Agate, figlio di Mariano, capomafia di Mazara del Vallo. Ma Caporrimo voleva controllare i più ingenti spostamenti di denaro in città e, per questo, aveva messo gli occhi anche sul centro commerciale di Zamparini.

LE CONDANNE. La pena più alta, 10 anni, è stata inflitta al boss di Tommaso Natale Giulio Caporrimo. Nove anni e 10 mesi per Calogero Di Stefano. Giuseppe Salamone ha avuto 8 anni e 8 mesi, Vincenzo Di Blasi 8 anni e 6 mesi. Entrambi erano accusati, oltre che dell'associazione mafiosa, anche delle estorsioni a pizzerie e bar palermitani. Condannato a 7 anni e 2 mesi Antonino Vitamia. Stessa pena, 6 anni e 8 mesi, per Michele Coccellato, Ugo Delis, Fabio Gambino, Sandro Diele e Filippo Pagano. Sei anni e 4 mesi per Andrea Luparello, Giuseppe Enea, Amedeo Romeo, Giuseppe Serio e Stefano Scalici. Infine, 3 anni e 4 mesi per Giuseppe Cardovino.

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