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Giovedì, 28 Marzo 2024
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"Fu una vendetta di mafia", sei condanne all'ergastolo per l'omicidio Sciacchitano

Così ha deciso la corte d'assise di Palermo che ha disposto il carcere a vita per Antonino Profeta, Natale Gambino, Domenico Ilardi, Lorenzo Scarantino, Francesco Pedalino e il figlio Gabriele. L'episodio a ottobre 2015 in via della Conciliazione

Sei ergastoli per l’omicidio di Mirko Sciacchitano. La corte d’assise ha condannato al carcere a vita Antonino Profeta (figlio del boss Salvatore ormai deceduto), Natale Gambino, Domenico Ilardi, Lorenzo Scarantino, Francesco Pedalino e il figlio Gabriele. Questi ultimi secondo i giudici sono i mandanti del delitto. Condannato a 22 anni anche Giuseppe Greco, considerato reggente del mandamento di Santa Maria di Gesù. Vittima delle pallottole esplose a ottobre 2015 in via della Conciliazione è il 29enne Sciacchitano, freddato con dieci colpi davanti a un’agenzia di scommesse all'angolo con via della Concordia.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti l’omicidio sarebbe stato il frutto di una vendetta voluta dai Gambino e i Profeta per il tentato omicidio di Luigi Cona, ferito da Francesco Urso. Piuttosto che scagliarsi contro quest’ultimo, figlio di un “pezzo grosso”, scaricarono i proiettili su Sciacchitano che aveva avuto la colpa di accompagnare Urso con lo scooter. Come emerso durante il processo il delitto è stato registrato dalle microspie installate in un’auto a bordo della quale c’era Profeta. Grazie alle cimici si sentono prima i colpi esplosi con la pistola (più di otto) e poi Profeta mentre canta “Volare” di Domenico Modugno.

Se da una parte quindi i mandanti dell’omicidio sarebbero Salvatore Profeta (deceduto) e Natale Gambino (“scinni e ci spari…tu rincapu…prima viennu i cuosci…” si sente in un’intercettazione in una macelleria), gli altri condannati sarebbero gli esecutori materiali. Sulla Fiat Panda di colore rosso da cui è stato aperto il fuoco c’erano i Pedalino, Ilardi e Antonino Profeta. Scarantino invece si sarebbe occupato dei sopralluoghi alla ricerca di Sciacchitano. La notizia della brutale uccisione fa presto il giro del quartiere e Urso, come poi accertato, se ne sarebbe anche dispiaciuto: “Dovevate ammazzare a me… che c’entra che se la prendono con quello…ma quello è stato pure un ragazzo ingenuo… lui neanche doveva venire, non ce lo porta nessuno”.

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