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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia

Colpo a Cosa nostra, definitive 10 condanne: l'ex assessore Faraone sconterà 4 anni e mezzo

La Cassazione ha emesso la sentenza per uno dei processi nati dalla maxioperazione "Apocalisse" del giugno 2014 che aveva smantellato diversi clan. Il politico aveva fatto da mediatore in un'estorsione. Annullamento con rinvio per un solo imputato. Confermata l'assoluzione di Camillo Graziano: in primo grado aveva avuto 15 anni

Una sola condanna annullata con rinvio, quella di Giuseppe Messia (difeso dagli avvocati Claudio Gallina Montana e Giovanni Mannino), a cui in appello erano stati inflitti 7 anni di carcere. Per il resto, invece, le 10 condanne inflitte nell'ambito di uno dei tronconi del processo nato dall'operazione "Apocalisse 2" di febbraio 2015 (e seguito del maxiblitz "Apocalisse" del giugno 2014), restano tutte in piedi e sono state confermate questa sera dalla Cassazione, a cominciare da quella inflitta all'ex assessore provinciale e consigliere comunale Giuseppe Faraone. Con la sentenza diventa anche definitiva l'assoluzione di Camillo Graziano (classe 1967), che era stato condannato a 15 anni in primo grado e poi assolto e liberato in appello.

Il blitz, coordinato all'epoca dai pm Annamaria Picozzi (oggi procuratore aggiunto), Amelia Luise (oggi alla Procura europea), Dario Scaletta e Roberto Tartaglia (passato al Dap) aveva consentito di smantellare - con oltre 100 arresti - i clan di Tommaso Natale, Resuttana, Partanna Mondello, San Lorenzo e Acquasanta.

Faraone, che dovrà scontare 4 anni e mezzo di reclusione, da consigliere comunale era stato coinvolto nell'inchiesta perché aveva messo in contatto un imprenditore e un boss che aveva preteso il pizzo. Il politico aveva sempre respinto l'accusa, sostenendo di aver solo chiesto un sostegno elettorale e non di aver fatto da mediatore in un'estorsione. Una tesi a cui i giudici non hanno mai creduto.

Il consigliere comunale amico dei boss

Condanna definitiva anche per Domenico Barone, che dovrà scontare 13 anni e mezzo di reclusione, Giuseppe Calvaruso (17 anni e 10 mesi), Girolamo D'Alessandro (2 anni e 8 mesi), Ignazio Di Maria (14 anni e mezzo), Salvatore D'Urso (16 anni), Sebastiano Filingeri (16 anni), Girolamo Taormina (13 anni), Agostino Matassa (14 anni e mezzo) e Francesco La Barbera (7 anni).

La Suprema Corte ha anche confermato i risarcimenti per diversi imprenditori che si sono ribellati al pizzo ed una serie di associazioni, tra cui Addiopizzo, Centro Pio La Torre (rappresentato dagli avvocati Ettore Barcellona e Francesco Cutraro), Confartigianato, Confesercenti, Confindustria, Fai, Solidaria e Sos Impresa, assistite anche, tra gli altri, dagli avvocati Fausto Maria Amato, Maria Luisa Martorana, Salvatore Caradonna e Fabio Lanfranca.

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