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Martedì, 19 Marzo 2024
Mafia

Definitiva la condanna per l'ex capitano del Palermo: Fabrizio Miccoli va in carcere

La Cassazione rigetta il ricorso: deve scontare 3 anni e mezzo per estorsione aggravata dal metodo mafioso e non sono previste misure alternative alla detenzione in cella. Il mese scorso la stessa sorte è toccata all'amico del calciatore, Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa Antonino "u scintilluni", che sta già scontando 7 anni

Definitiva la condanna per Fabrizio Miccoli, l'ex capitano del Palermo che, come ha sancito oggi la seconda sezione della Cassazione, commissionò un'estorsione aggravata dal metodo mafioso a Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa Antonino "u scintilluni", che è già stato condannato a sua volta in via definitiva a 7 anni di carcere il mese scorso. Per il calciatore pugliese adesso si apriranno le porte del carcere: proprio per via dell'aggravante, infatti, in questi casi non vengono concesse misure alternative alla detenzione in cella. 

La vicenda al centro del processo è quella del recupero di 12 mila euro, con violenza e minacce, dall'ex titolare della discoteca "Paparazzi" di Isola delle Femmine, Andrea Graffagnini. Un episodio che ormai risale a più di 10 anni fa e che fece particolare scalpore perché Miccoli e "scintilla" parlavano nelle intercettazioni del giudice Giovanni Falcone come di un "fango". Frasi per le quali l'ex capitano rosanero si scusò poi pubblicamente e comunque senza alcun rilievo penale. 

Il calciatore era stato condannato sin dal primo grado, con il rito abbreviato, a 3 anni e mezzo dal gup Walter Turturici. Una sentenza che ha dunque retto in tutti i gradi di giudizio, anche se Miccoli ha sempre escluso di sapere che l'amico Lauricella fosse imparentato con dei mafiosi. Il verdetto definitivo di stasera è arrivato paradossalmente dopo quello emesso con l'ordinario per l'altro imputato. Peraltro per Miccoli la Procura aveva chiesto per ben due volte l'archiviazione, prima che si arrivasse all'imputazione coatta, dispota dall'allora gip Ferdinando Sestito.

La vicenda al centro dei due processi è abbastanza ingarbugliata: tra il 2010 ed il 2011, l'ex fisioterapista del Palermo Giorgio Gasparini aveva chiesto a Miccoli un aiuto per vedere se conosceva "qualcuno nel mondo delle discoteche" per recuperare il credito di 12 mila euro da Graffagnini, suo socio nella gestione del locale di Ficarazzi. Il calciatore si era quindi rivolto a Lauricella e i toni erano degenerati in una "cappa di mafiosità", per usare le parole del giudice Turturici. 

Lauricella era stato arrestato nel 2015 e in primo grado fu condannato a un anno con la sospensione della pena: il tribunale presieduto da Bruno Fasciana, infatti, decise di derubricare il reato di estorsione aggravata in violenza privata. Una sentenza che andò in contrasto con quella emessa a carico di Miccoli e che poi fu completamente ribaltata in appello, quando a Lauricella furono inflitti 7 anni per estorsione aggravata.

Per "scintilla" le porte del carcere si sono aperte il mese scorso. Adesso toccherà anche all'ex bomber rosanero.

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