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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Mafia all'Acquasanta, il neopentito Giovanni Ferrante sarà sentito in aula

Dopo il deposito dei primi verbali dell'ex braccio operativo dei fratelli Fontana, sia la Procura che la difesa del nuovo collaboratore ne hanno chiesto l'audizione. Ha riconosciuto molti dei suoi 66 coimputati nel processo "Mani in pasta" e confermato accuse legate al pizzo, agli affari con slot, droga, corse di cavalli truccate e infiltrazioni ai Cantieri navali

Sarà sentito nel processo "Mani in pasta", in cui è imputato con altre 66 persone, il neopentito Giovanni Ferrante, fino a qualche settimana fa braccio operativo dei boss Fontana all'Acquasanta. La richiesta al gup Simone Alecci, davanti al quale è in corso l'abbreviato, è stata avanzata sia dalla Procura (rappresentata dall'aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Dario Scaletta, Giovanni Antoci e Maria Rosaria Perricone) che dalla difesa dello stesso imputato, l'avvocato Gloria Lupo.

I primi verbali del neopentito Ferrante: dai summit nella cella frigo dello "scaro" al pizzo

Durante l'udienza di ieri sono stati depositati i primi due verbali, in forma riassuntiva, in cui Ferrante riconosce buona parte dei suoi coimputati e ricostruisce vicende legate alle estorsioni, agli affari con slot e scommesse, ma anche con le corse di cavalli truccate fino alle inflitrazioni del clan ai Cantieri navali. Le sue dichiarazioni in molti casi confermano le accuse mosse dalla Procura e potrebbero inguaiare ulteriormente, quindi, parecchi degli imputati.

Nei prossimi giorni, come preannunciato dall'accusa, saranno depositate anche le trascrizioni integrali di questi verbali. Ferrante potrebbe essere sentito entro la fine del mese, tra il 22 ed il 29. Dagli atti si deduce comunque che il neopentito ha reso altre dichiarazioni, oltre a quelle del 20 agosto e del 2 settembre, che allo stato tuttavia non sono note.

Mentre per Ferrante e la compagna Letizia Cinà è già scattato il programma di protezione, questo non è avvenuto per l'altro aspirante pentito del processo (nato dal maxiblitz della guardia di finanza di maggio dell'anno scorso), il boss Gaetano Fontana. Nonostante le sue dichiarazioni e i suoi appelli per essere creduto, infartti, la Procura non lo ritiene affatto affidabile.

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