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Mafia Politeama / Via Emerico Amari

La busta con 20 mila euro e gli incontri col boss: chiude sala bingo del Politeama

Il titolare del locale di via Amari avrebbe avuto rapporti con il presunto capo di Porta Nuova ed è stato denunciato per favoreggiamento. Così, senza certificato antimafia, è stata bloccata la concessione

Saracinesce abbassate alla sala bingo Kursaal di via Amari. Sul locale pende l'interdittiva della prefettura. Il titolare, Massimo Monti, avrebbe avuto rapporti con il presunto boss di Porta Nuova ed è stato denunciato per favoreggiamento. Così, senza certificato antimafia, è stata bloccata la concessione. Monti, 40 anni, ha fatto ricorso al Tar. Il suo nome compare più volte nell'ordinanza dell'operazione Panta Rei che negli scorsi mesi ha azzerato il mandamento di Porta Nuova. Il titolare della sala bingo era finito nella lista di coloro che pagavano il pizzo.

LA MAPPA DEL PIZZO, PAGANO TUTTI NEL REGNO DEI TANTILLO

A rivelare tutto sono state le tasche dei pantaloni di Giuseppe Tantillo, 36 anni, il volto nuovo della cosca del Borgo Vecchio, che insieme al padre ha gestito a lungo il noto chiosco del rione. Un elenco dettagliato coi nomi di commercianti e imprenditori, tra cui proprio Massimo Monti. L'amministratore della società “Kursaal” ha ammesso di essere stato taglieggiato. “Mio padre è deceduto nel mese di agosto del 2009 e sino ad allora era lui a gestire le attività economiche della famiglia - ha raccontato Monti agli inquirenti nel dicembre 2013 -. Prima di morire, quando ha capito che era arrivata la fine, mi chiamò e tra le altre cose mi confidò che per la sala Bingo lui pagava già da tempo il pizzo. Mi spiegava che per evitare di avere contatti con queste persone due volte l’anno, cioè a natale e pasqua, si era accordato a versare l’intera somma di 20 mila euro il sabato prima della domenica delle Palme. Pertanto venuto a mancare papà questa incombenza ricadde sulle mie spalle".

Incontri frequenti con i boss del Borgo e tariffe salate. Ventimila euro ogni anno, in un'unica soluzione, rigorosamente poco prima di Pasqua. "Nel 2010, il sabato precedente la domenica delle Palme preparai una busta gialla con all’interno la somma di 20 mila euro in contanti - è il racconto di Monti agli inquirenti -. Nella tarda mattinata, un po’ prima del pranzo, si presentò, all’interno del bingo di piazza Castelnuovo, un uomo e chiese del signor Monti. Quindi io mi avvicinai e questa persona si presentò come signor Giuseppe io capii subito di chi si trattava e senza dire null’altro gli consegnai la busta con il denaro. Per il 2011, per il 2012 e per quest’anno non ho più consegnato personalmente il denaro. Da allora ho preparato la busta con i 20 mila euro e li ho lasciati ad uno degli impiegati che faceva il turno il sabato precedente alla domenica delle Palme. Ho fatto questa scelta per evitare contatti con questa persona...”.

Monti spiegò poi ai carabinieri di non aver più ricevuto, da allora, alcun’altra “visita” o richiesta e, con assoluta certezza, dichiarò di non conoscere o riconoscere i personaggi che gli furono mostrati nel corso dell’individuazione fotografica alla quale era stato sottoposto. Ma al termine del verbale, appena uscito dagli uffici dei carabinieri, in assoluta contraddizione con quanto dichiarato, si recò in un bar di via Degli Scalini dove fu immortalato, seduto ad un tavolino, in compagnia di Paolo Calcagno, l’attuale reggente del mandamento di Porta Nuova e Ludovico Scurato, l’incaricato alla gestione delle attività estorsive. La sua foto era stata inserita nel fascicolo mostrato a Monti pochi minuti prima. Per gli inquirenti Monti stava riferendo a Calcagno il motivo della convocazione dai carabinieri, dandogli così la certezza di essere monitorato. Poi la denuncia per favoreggiamento, sfociata adesso nell'interdittiva antimafia e nella chiusura della sala bingo.

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