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Giovedì, 18 Aprile 2024
Mafia Zen / Via Ludovico Bianchini

La sparatoria allo Zen, torna in carcere uno degli indagati: "Tracce di polvere da sparo sulle mani"

Carmelo Barone, fermato con l'operazione Bivio 2, è risultato positivo all'esame dello stub. Il gip lo aveva rimesso in libertà dopo l'interrogatorio ma adesso la Cassazione ha accolto il ricorso della Procura. Il sessantenne è indagato insieme al figlio Andrea per la sparatoria di settembre 2020, il tentato omicidio di Salvatore Guglielmo e di Letterio e Pietro Maranzano

Positivo all'esame della polvere da sparo: torna in carcere Carmelo Barone. I carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del sessantenne fermato nell'operazione Bivio 2, il blitz servito ad assestare un colpo alla famiglia mafiosa di Tommaso Natale. Barone è indagato insieme al figlio Andrea per il tentato omicidio di Salvatore Guglielmo, di Pietro e Letterio Maranzano, nella sparatoria avvenuta in via Ludovico Bianchini, allo Zen, nel settembre del 2020.

Carmelo Barone era stato fermato al termine dell’inchiesta condotta dai militari dell’Arma, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Salvatore De Luca, culminata nel blitz di gennaio scorso. Dopo l’interrogatorio, durante il quale l’indagato aveva negato di aver partecipato al conflitto a fuoco, il gip aveva disposto la scarcerzione del sessantenne non ravvisando gravi indizi di colpevolezza a suo carico.

La decisione è stata impugnata dalla Procura che successivamente ha potuto giocare un’altra "carta". Successivamente infatti Barone è risultato positivo allo stub, l’esame che serve a rilevare la presenza di tracce di polvere da sparo sulle mani o su altre superfici corporee. Sulla scorta di questo accertamento la Cassazione ha riconosciuto la validità del quadro indiziario a suo carico disponendo così l’esecuzione dell’ordinanza cautelare per Barone, ora rinchiuso nel carcere Pagliarelli.

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