Mafia, Bruno Contrada risarcito per ingiusta detenzione
Ne dà notizia il suo legale, Stefano Giordano, con un post su Facebook. "Accolta la domanda di riparazione, liquidati 667 mila euro"
Accolta la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione che era stata presentata dall'ex dirigente del Sisde Bruno Contrada. Ne dà notizia il suo legale, Stefano Giordano, con un post su Facebook. "Accolta la domanda di riparazione di ingiusta detenzione per Contrada: liquidati 667mila euro", scrive Giordano. La decisione è della Corte d'appello di Palermo. Contrada era stato condannato a dieci anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ma contro quella condanna si espresse la Corte europea dei diritti dell'uomo, secondo cui all'epoca dei fatti (1979-1988) il concorso esterno in associazione mafiosa "non era sufficientemente chiaro".
"Nella mia esperienza personale - afferma Maricetta Tirrito, portavoce del Cogi (Comitato collaboratori di giustizia italiani) -, conoscendo gli ambienti nei quali Contrada operava nei primi anni 90, posso dire che all'uomo e al poliziotto Contrada vanno fatti i complimenti per la sua intelligenza e per la sua capacità di rappresentare lo Stato, che in qualche modo oggi gli vengono riconosciute. Non so quale sia il filo che ha a legato Contrada all'accusa di fiancheggiamento esterno al fenomeno mafioso, quel che so è che comunque sia andata Contrada ha eseguito gli ordini dello Stato italiano per il quale ha giurato e dal quale oggi viene ripagato. Va ricordato come la condanna dell'ex poliziotto venne già giudicata illegittima dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e dalla Cassazione. A Contrada sono stati liquidati 670mila euro, ma non è questo il punto. 'I danni che io, la mia famiglia, la mia storia personale, abbiamo subito sono irreparabili - ha detto lo stesso Bruno Contrada - e non c'è risarcimento che valga". E' così, ma almeno l'onore, più che il risarcimento, gli andava restituito".