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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mafia

Colpo al clan di Tommaso Natale, condannati il boss Giulio Caporrimo e altri 14 imputati

Il processo, celebrato col rito abbreviato, è nato dalle inchieste "Bivio" e "Bivio 2", messe a segno dai carabinieri l'anno scorso. Inflitti 16 anni al capomafia, assolti in due: suo figlio Francesco e Pietro Ciaramitaro. Dalle intercettazioni emergeva l'amarezza del mafioso che arrivava a parlare da solo e a definire Cosa nostra "immondizia organizzata"

Era stato messo da parte e aveva scelto di vivere in esilio a Firenze. Amareggiato e risentito, il boss Giulio Caporrimo parlava da solo e nei suoi dialoghi immaginari, imitando anche le voci dei suoi fantomatici interlocutori, ce l'aveva con Francesco Palumeri (che "è pure della via Pitrè"), che gli era stato preferito alla guida del clan."Fanghi" e "miserabili", così Caporrimo definiva gli appartenenti a Cosa nostra, a sua volta divenata, secondo lui, "immondizia organizzata". Un retroscena emblematico dell'inchiesta "Bivio" messa a segno dai carabinieri l'anno scorso e che stasera ha portato a 15 condanne e 2 assoluzioni. 

I dialoghi immaginari del boss: "Cosa nostra è finita"

Il gup Giuliano Castiglia, che ha processato gli imputati (arrestati anche nell'ambito di "Bivio 2", seguito della prima inchiesta) con il rito abbreviato, dopo quasi 10 ore di camera di consiglio, ha sostanzialmente accolto le richieste dei sostituti Dario Scaletta e Felice De Benedittis ed ha inflitto 16 anni proprio a Giulio Caporrimo, mentre ha deciso di assolvere suo figlio, Francesco, per il quale i pm avevano invocato invece una condanna a 6 anni e 8 mesi. Scagionato anche un altro imputato, Pietro Ciaramitaro (difeso dall'avvocato Rosanna Vella, la Procura aveva chiesto 11 anni e 4 mesi). Per il resto le condanne sono molto pesanti: 18 anni e 4 mesi ad Antonino Vitamia, braccio destro del capomafia, 18 anni a Francesco Palumeri, 12 anni e 8 mesi a Francesco L'Abbate, 14 anni e 8 mesi a Francesco Adelfio, 13 anni ad Andrea Mancuso, 12 anni a Vincenzo Taormina, 10 anni e 8 mesi a Michele Zito, 12 anni a Fabio Gloria, 8 anni e 8 mesi a Salvatore Fiorentino, 9 anni e 4 mesi a Sebastiano Giordano, 8 anni e 8 mesi a Giuseppe Rizzuto, 6 anni a Fabio Ventimiglia, 17 anni e 4 mesi a Giuseppe Cusimano e 10 anni a Vincenzo Billeci.

Quasi 40 mila euro a 3 imprenditori che hanno denunciato il pizzo

L'inchiesta colpì i clan di Tommaso Natale, San Lorenzo, Partanna Mondello e Zen e complessivamente gli investigatori ricostruirono 19 estorsioni, ma alla fine soltanto 6 imprenditori taglieggiati hanno scelto di costituirsi parte civile, mentre altri, pur avendo collaborato alle indagini, hanno preferito di no. Parte civile anche il Comune di Palermo (rappresentato dall'avvocato Ettore Barcellona), al Centro Pio La Torre (avvocato Francesco Cutraro), Addiopizzo (avvocato Salvo Caradonna), Solidaria e Sos Impresa (avvocato Fausto Maria Amato), Confcommercio (avvocato Fabio Lanfranca), Confesercenti (avvocato Martorana), Fai e Sportello di solidarietà (avvocati Salvatore Forello e Valerio D'Antoni).

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