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Mafia Tommaso Natale

I summit sui gommoni e il pizzo nei cantieri, colpo al clan di Tommaso Natale: 7 condanne

Il processo in abbreviato è nato dall'operazione "Teneo" dei carabinieri di giugno dell'anno scorso. Inflitti 14 anni e 4 mesi al boss Giulio Caporrimo e 20 anni (in continuazione) al suo presunto successore, Nunzio Serio

"L'hai sentita la buona notizia? E' uscito Giulio", è così che a Tommaso Natale commentavano all'inizio del 2017 la scarcerazione del boss Giulio Caporrimo, una figura ritenuta capace di riprendere le redini del clan dopo una gestione poco entusiasmante. La libertà per lui durerà però pochissimi mesi e i carabinieri, con l'operazione "Teneo", a giugno del 2020, documentarono anche quanto sarebbe accaduto in quel frangente. Adesso il gup Maria Cristina Sala, al termine del processo che si è svolto con il rito abbreviato, ha condannato non solo Caporrimo, ma anche altri sei imputati arrestati con lui.

Nello specifico a Caporrimo sono stati inflitti 14 anni e 4 mesi, 20 anni (in continuazione con una precedente condanna) a Nunzio Serio, che l'avrebbe sostituito al vertice della cosca, 12 anni e 4 mesi a Vincenzo Taormina, 10 anni e 8 mesi a Vincenzo Billeci, 8 anni e 2 mesi a Francesco Paolo Liga, 7 anni a Giuseppe Enea e 4 anni e 10 mesi a Francesco Di Noto.

Il blitz, col quale furono documentati summit sui gommoni al largo di Sferracavallo per eludere evitare le intercettazioni (e ai quali si arrivava a nuoto o in barca a remi), ma anche un misterioso incontro tra Caporrimo e Calogero Lo Piccolo (figlio del boss di San Lorenzo, Salvatore) all'interno della riserva di Capo Gallo, nonché sette episodi di estorsione, era stato coordinato dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dal sostituto Amelia Luise (oggi alla Procura europea). 

Caporrimo era rimasto libero tra febbraio e settembre del 2017 ed avrebbe incontrato Lo Piccolo (che sarà a sua volta arrestato nel blitz "Cupola 2.0" a dicembre del 2018) il 24 maggio di quell'anno. Come avevano ricostruito i carabinieri, il summit tra i due boss era avvenuto tra "eccezionali misure di sicurezza": al termine dell'appuntamento, Lo Piccolo si sarebbe anche cambiato la maglia, mentre Caporrimo si sarebbe allontanato in bicicletta.

Il clan si sarebbe concentrato su scavi e lavori edili, controllando - secondo l'accusa - anche il più piccolo dei cantieri. Vincenzo Taormina sarebbe arrivato a contendersi con i cognati lavori anche insignificanti, a suon di "tu uomo d'onore sei?" e "sei un carabiniere". I militari avevano intercettato diverse liti.

Caporrimo è stato raggiunto da un'altra ordinanza di custodia cautelare con l'operazione "Bivio" dello scorso gennaio, quando era stato ricostruito anche il suo "esilio" volontario a Firenze nel 2019, la sua amarezza per essere stato messo in qualche modo da parte, tanto da arrivare a parlare da solo e ad esprimere il suo rancore contro "miserabili" e "fanghi" che avrebbero ridotto Cosa nostra a "immondizia organizzata". Dialoghi immaginari che erano stati captati dalle microspie.
 

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