Clan di Porta Nuova, due boss tornano dietro le sbarre
Questo l'effetto di una sentenza della Cassazione, relativa all'operazione "Pedro", per la quale i ricorsi da loro presentati sono stati ritenuti inammissibili. Si tratta di Tommaso Di Giovanni e Calogero Lo Presti
Erano stati liberati dopo cinque anni di carcere, ma adesso due boss del clan Porta Nuova dovranno tornare dietro le sbarre: Tommaso Di Giovanni e Calogero Lo Presti dovranno scontare rispettivamente 3 anni e 5 mesi e 4 anni e 3 mesi. E’ questo l’effetto di una sentenza della Cassazione relativa all’operazione dei carabinieri "Pedro" e secondo cui i ricorsi da loro presentati sulle condanne sono stati considerati inammissibili.
Si riferiva anche a loro due il questore Renato Cortese quando ha manifestato il proprio timore istituzionale per alcune scarcerazioni "eccellenti". Lo Presti – prima del pronunciamento della Cassazione - era sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla Sicilia e per questa ragione si trovava a Villa San Giovanni, mentre Di Giovanni poteva muoversi liberamente.
Adesso saranno trasferiti rispettivamente in un carcere di Reggio Calabria e al Pagliarelli, togliendo “dalla strada” due affiliati al clan che - negli ultimi anni - ha fatto registrare le maggiori fibrillazioni. Risale allo scorso 22 maggio l’omicidio di Giuseppe Dainotti, freddato a colpi di pistola in via D’Ossuna. Anche lui era tornato in libertà dopo 25 anni di detenzione dopo una condanna per omicidio. Nel 2014, invece, era toccato a Giuseppe Di Giacomo.
(Nelle foto in basso, da sinistra, Tommaso Di Giovanni e Calogero Lo Presti)