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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia Brancaccio

Tra gli affari del clan pure le mascherine: i 16 mila dispositivi rubati al Civico e smerciati a Ballarò

Il retroscena del blitz contro il clan di Brancaccio. Uno degli arrestati, un ex Pip impiegato nell'ospedale, avrebbe sottratto 20 cartoni di Fp3 con la complicità di un collega e li avrebbe poi rivenduti a 500 euro a scatola ad un commerciante abusivo del mercato storico

Si sarebbe occupato del traffico e dello smercio di cocaina tenendo i contatti con la Calabria, ma Pietro Paolo Garofalo, finito in carcere stamattina nel blitz contro il clan di Brancaccio, non avrebbe lesinato altri affari, come quello legato alla vendita clandestina di mascherine. Il retroscena emerge dall'ordinanza del gip Lirio Conti e, secondo la Dda, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido, Garofalo, avrebbe rubato i dispositivi - almeno 16 mila - dai magazzini dell'ospedale Civico, dove lavorava come ex Pip del bacino "Emergenza Palermo".

I nomi degli arrestati e delle aziende sequestrate

Il furto sarebbe stato messo a segno a febbraio dell'anno scorso e, in base alla ricostruzione della squadra mobile, sarebbero stati portati via 20 cartoni contenenti ciascuno 800 mascherine, che sarebbero stati poi rivenduti al prezzo di 500 euro l'uno a un commerciante abusivo di Ballarò, che avrebbe venduto anche tabacchi e spacciato cocaina.

"Abbiamo scaricato tutto il camion con le mascherine..."

Alle 7 del 19 febbraio dell'anno scorso, i poliziotti intercettano una conversazione tra Garofalo e un altro ex Pip, in cui i due avrebbero pianificato l'operazione, sostenendo che avrebbe dovuto "mangiare" anche un certo "Tanuzzo", non meglio identificato dagli inquirenti. E' il collega ad avvertire Garofalo: "Ieri abbiamo scaricato tutto il camion con le mascherine, tutte al padiglione 4, a meno 1, tramite l'ascensore noi li possiamo prendere" e lui chiede: "Assai sono?". L'altro è netto: "Minchia, ce n'è un bordello, tutte mascherine!", così Garofalo suggerisce: "E prenditene qualche 3, 4 pacchi" e l'altro: "E io questo voglio fare, però dobbiamo avere subito chi se le compra, dove le teniamo?". Garofalo dice: "Me le conservo io, le conserviamo" e l'altro ex Pip afferma di voler coinvolgere altre persone: "Io glielo vorrei dire 'senti c'è da guadagnare'".

"Sono 500 euro a cartone, deve mangiare pure Tanuzzo"

Garofalo fa qualche conto e chiede nuovamente: "Qualche 4, 5 cartoni e sono tutte mascherine?", l'altro conferma e aggiunge: "Tanto le usiamo noi, dobbiamo mettere al corrente Tanuzzo" e Garofalo: "A Tanuzzo, certo, deve mangiare pure Tanuzzo... Cinque cartoni ne deve fare scomparire, hai capito? Quanto sono 5 cartoni?" e il collega: "Cinquecento euro a scatola, sono quelle nuove queste". Garofalo allora dice: "A 50 centesimi tutte, ci scendiamo sotto, glieli diamo tutte, se le viene a prendere tutte quello, mi porta i soldi" e l'altro: "Però non è che le dobbiamo uscire con lo scatolo, con il sacco le devi uscire!".

La vendita a un abusivo di Ballarò

Il 26 marzo vengono intercettate altre conversazioni in cui emergerebbe che le mascherine, dopo essere state sottratte dai magazzini del Civico e custodite da Garofalo, sarebbero state effettivamente messe in vendita. L'acquirente sarebbe, secondo la Procura, una persona di Ballarò, che l'indagato descrive come un venditore abusivo di tabacchi e dedito anche allo smercio di cocaina. Ci sarebbero state delle trattative sul prezzo, ma nonostante l'ipotesi di cedere di dispositivi per 250 euro a scatola, sarebbero stati poi comunque venduti a 500 euro.

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