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Pizzo, droga e musica neomelodica a Borgo Vecchio: via al processo per 37 imputati

Fissata l'udienza preliminare dopo i blitz "Resilienza" e "Resilienza 2", messe a segno dai carabinieri a ottobre e marzo scorsi: per l'accusa i boss avrebbero gestito anche riffe, feste di quartieri e avrebbero anche risolto questioni tra ultras del Palermo. Ben 13 commercianti avevano denunciato le estorsioni

Pizzo, droga e musica neomelodica. E' così che si potrebbero sintetizzare gli affari del clan di Porta Nuova, come erano emersi dalle operazioni "Resilienza" e "Resilienza 2", messe a segno dai carabinieri a ottobre e a marzo scorsi. Adesso per 37 imputati, tra cui quello che sarebbe stato il nuovo reggente, Angelo Monti, è stata fissata l'udienza preliminare: si svolgerà la settimana prossima davanti al gup Donata Di Sarno.

Nello specifico, il procuratore aggiunto Salvatore De Luca ed il sostituto Luisa Bettiol, che hanno coordinato le due indagini, hanno chiesto il rinvio a giudizio per Monti e anche per Paolo Alongi, Gianluca Altieri, Giacomo Marco Bologna, Giovanni Bronzino, Salvatore Buongiorno, Carmelo Cangemi, Francesco Paolo Cinà, Giuseppe Pietro Colantonio, Domenico Canfarotta, Pietro Cusimano, Giuseppe D'Angelo, Nicolò Di Michele, Marcello D'India, Davide Di Salvo, Antonino Fortunato, Giuseppe Gambino, Gaspare Giardina, Giovanni "Johnny" Giordano, Salvatore Guarino, Danilo Ingarao, Gabriele Ingarao, Jari Massimiliano Ingarao, Filippo Leto, Matteo Lo Monaco, Tommaso Lo Presti, Giuseppe Lo Vetere, Giorgio Mangano, Vincenzo Marino, Pietro Matranga, Francesco Mezzatesta, Girolamo Monti, Emanuel Sciortino, Ignazio Sirchia, Marilena Torregrossa, Vincenzo Vullo e Giovanni Zimmardi.

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Dalle inchieste era venuto fuori il controllo dei boss sulle feste di quartiere e la gestione dei cantanti da fare esibire, il ricorso costante alle riffe e l'imposizione del pizzo. Ben venti le estorsioni contestate, ma - e questo era il dato positivo - tredici di esse erano state denunciate dai commercianti di Borgo Vecchio, non più disposti a subire vessazioni.

Il clan sarebbe intervenuto anche per risolvere questioni tra gli ultras del Palermo Calcio. Sotto inchiesta, per concorso esterno in associazione mafiosa, è finito infatti anche "Johnny" Giordano, fondatore delle Brigate Rosanero. La Procura ha chiesto il processo anche per lui, ma sia il gip Filippo Serio che poi il tribunale del Riesame avevano respinto la richiesta di arresto avanzata nei suoi confronti, accogliendo le tesi dell'avvocato Giovanni Castronovo. Era stato scarcerato anche Cusimano (difeso dall'avvocato Umberto Seminara), che da anni si occupa in quel quartiere di organizzare feste e concerti. Per l'accusa, avrebbe invece taglieggiato i commercianti proprio per organizzare le manifestazioni in onore della patrona di Borgo Vecchio, Sant'Anna.

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