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Blitz contro il clan dell'Acquasanta, arrestato per mafia va ai domiciliari

Dopo un annullamento con rinvio da parte della Cassazione, il tribunale del Riesame ha disposto la scarcerazione per Francesco Ferrante, finito in cella con l'operazione "Mani in pasta" di maggio scorso. Non ci sarebbero i gravi indizi di colpevolezza proprio per il reato di 416 bis

Era finito in carcere anche con l'accusa di mafia nell'ambito del maxiblitz contro il clan dell'Acquasanta "Mani in pasta" di maggio dell'anno scorso, ma - dopo un annullamento con rinvio da parte della Cassazione - adesso il tribunale del Riesame ha concesso gli arresti domiciliari a Francesco Ferrante, padre del presunto braccio destro dei boss Fontana, Giovanni Ferrante.

avvocato debora speciale-2-2I giudici hanno accolto parzialmente il ricorso del difensore dell'indagato, l'avvocato Debora Speciale (nella foto), che è riuscita a dimostrare l'insussitenza dei gravi indizi di colpevolezza per la contestazione più pesante, ovvero quella di associazione mafiosa. Restano per ora in piedi le altre accuse, violenza privata e frode sportiva ed è per questo che Ferrante non è tornato completamente libero.

L'indagine della guardia di finanza, coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Amelia Luise e Dario Scaletta portò a 90 arresti, tra cui anche quelli dei fratelli Fontana. Uno di loro, Gaetano, ha poi deciso di collaborare con la giustizia, ma al momento non sta convincendo i magistrati. 

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