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I beni confiscati a Palermo visti dalla Francia: "Simbolo della lotta alla mafia, ma quanta burocrazia"

Reportage del quotidiano transalpino Ouest France sui patrimoni sottratti ai boss. "Il capoluogo siciliano possiede 1.600 immobili tolti alla criminalità, ovvero il 10% del totale affidato agli enti locali. E sono gestiti... da un ufficio di tre persone"

"La laboriosa riconversione dei patrimoni sottratti ai mafiosi". Si intitola così un reportage del quotidiano transalpino Ouest France dedicato ai beni confiscati alla criminalità organizzata. "In Italia - scrive Ouest France - sono state sequestrate alla mafia 40.000 proprietà. L'obiettivo: rimetterli al servizio della società. Un simbolo forte che si scontra con la burocrazia italiana".

La giornalista Caroline Bordecq nel suo articolo intervista, tra gli altri, Marco Farina, presidente dell'associazione Terra Franca, che qualche settimana fa ha inaugurato un apiario olistico in un terreno tolto ai boss a Cruillas. "Quando siamo arrivati ​​abbiamo svuotato quindici camion di rifiuti", ha raccontato Farina, ricordando tutte le difficoltà affrontate nel percorso di recupero del bene. 

"Dopo aver presentato una pratica al comune, la sua associazione - si legge ancora su Ouest France - ha aspettato quattro anni prima di ottenere il prestito dei terreni, nel 2019. A Palermo è tutto più complicato poiché la sola città possiede 1.600 immobili confiscati, ovvero il 10% del totale affidato agli enti locali. E sono gestiti... da un ufficio di tre persone".

E così Farina, spiega ancora il quotidiano francese, da tre anni aspetta il contratto per collegare acqua ed elettricità. "Ci sentiamo abbandonati e diciamo che oggi ho meno paura delle rappresaglie mafiose che della burocrazia italiana", conclude il presidente di Terra Franca con un sorriso tra l'ironico e l'amaro.

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